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a) Individuazione di un Referente Unico (“RU”) del pro- getto da parte della PA. Per la PA, non si pensi sia ba- nale, è necessario individuare un soggetto responsa- bile e di qualifica/posizione organica idonea (Dirigente di settore) che possa interloquire, con autonomia e carisma, sia con il referente responsabile della “pDE” (REDE) che, all’interno delle strutture interessate del Comune, con i singoli incaricati/responsabili.
b) definire con la PA l’oggetto della pDE e il suo peri- metro.
c) Fissare da subito un piano temporale, con impegni specifici sistematici relativi alle riunioni/attività da effettuare presso il Comune. Dal perimetro ne con- segue anche una stima dei tempi di impegno per la realizzazione della “pDE”.
d) Riunione iniziale e Comunicazione con il cliente.
e) Nella riunione fissate anche le periodicità dei report scritti intermedi (in genere settimanali/bisettimanali) di
stato avanzamento del progetto.
Raccolta dati
(punto 5.3 norma UNI CEI EN 16247-2:2014)
Il Reperimento dei Dati è l’attività più delicata in quanto costituisce la base su cui si fonda la “pDE”.
Quali dati raccogliere?
I dati da raccogliere sono quelli delle utenze con usi energetici significativi (ai sensi della norma UNI CEI EN ISO 50001:2011) che, nel caso della PA, generalmente sono:
a. Utenze elettriche per l’illuminazione pubblica;
b. Utenze elettriche per l’alimentazione dei vari immobili
comunali e assimilabili;
c. Utenze termiche per la climatizzazione (riscaldamen-
to) degli ambienti;
d. Eventuali utenze termiche per la climatizzazione esti-
va se diverse da quelle di cui al punto b.
Per ordinare adeguatamente i dati di consumo energeti- co (e di spesa eventuale) occorre correlare ad ogni uten- za di rete, tramite, per esempio, il riferimento al POD/ PDR, la destinazione d’uso (scuola, uffici, cimitero...), la denominazione e l’indirizzo. Per le utenze non alimen-
tate da rete, in genere per il riscaldamento (sistemi a gasolio o cippato) occorre definire un apposito codice di riferimento. Inoltre occorre raccogliere i dati, pochi ma essenziali e che per questo devono essere affidabi- li, che caratterizzano quantitativamente gli edifici, come per esempio la composizione delle linee di IP, le superfici o i volumi (vanno bene in prima approssimazione quelli lordi/catastali, ecc., se si hanno le superfici calpestabili interne, da CAD ad esempio, si consiglia di applicare un coefficiente correttivo per includere tutto il perimetro).
Autoproduzione di energia elettrica da FER
La quota di energia elettrica autoprodotta e autoconsu- mata è fondamentale nella quantificazione dell’energia elettrica nel complesso consumata dall’utenza, in par- ticolare in fascia F1. Purtroppo non è raro che gli im- pianti a fonti rinnovabili non siano monitorati in maniera adeguata, in tale caso il reperimento dei dati necessari e puntuali non è possibile e occorre procedere a stime su base di modelli comparabili.
Altri dati da raccogliere
Nel dettaglio, per alcune utenze specifiche, è utile la rac- colta di informazioni particolari. Ad esempio per le scuo- le è auspicabile poter raccogliere il numero degli alunni che mediamente frequentano l’istituto; valore che ha una valenza gestionale dell’edificio in quanto permette di stabilire se gli spazi sono utilizzati in maniera ottimale e correlare le spese non solo di consumo energetico ma anche di facility management.
Per l’illuminazione pubblica, in genere centro di costo molto importante per un Comune, occorre porre parti- colare attenzione (verifica puntuale) al censimento degli impianti (in genere fornito dal manutentore) che deve es- sere il più aggiornato possibile e articolato per ogni linea. Per quel che concerne gli impianti sportivi e gli edifici adibiti a centri di aggregazione sociale si consiglia di ve- rificare con il Comune il prevalente uso serale e festivo degli impianti e l’eventuale presenza di impianti a desti- nazione d’uso similare (esempio: 2 campi da calcio, 2 piscine, ...).
Fasi del processo di Diagnosi Energetica
FORMAZIONE & PROFESSIONE
4/2015 15