Page 9 - Gestione Energia
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teriori scambiatori per far sì che, anche in caso di danneggiamento dell’impianto, l’acqua di falda non venga contaminata dall’olio. Una volta completa- to il raffreddamento, le acque tornano nella vasca iniziale dove si effettua un monitoraggio continuo della temperatura. Quando si superano i 17°C si ri- stabilisce la temperatura idonea prelevando nuova acqua dal pozzo e scaricando in corso d’acqua su- perficiale parte dell’acqua utilizzata.
Ritiene, sulla base delle esperienze di Energika, che le Esco ad oggi possano ritenersi integrate nel mercato energetico?
Assolutamente no! Mancano all’appello le risorse fi- naziarie e le possibilità di finanziamento in campo di efficienza energetica. Le ESCO faticano a reperi- re i finanziamenti anche nel caso di progetti molto redditizi che producono flussi di cassa interessanti. Anche il recente rapporto di Energy Strategy Group, presentato a dicembre 2014, mette in evidenza che di fatto l’unico strumento di finanziamento diffuso e consolidato, allo stato attuale e non solo per le PMI, è quello del prestito bancario, ma la concessione è condizionata quasi esclusivamente allo stato patrimo- niale ed al merito creditizio del richiedente, (Esco e/o Cleinte finale). Il ruolo delle Esco nel mercato ener- getico e dell’efficienza energetica è fondamentale ma non si può pensare che le Esco assumano il ruolo di Istituto di Credito. Come Esco siamo convinti che sia necessaria una maggiore collaborazione fra Istituti di credito ed Esco, puntando al tempo stesso su una qualificazione anche in ambito finanziario delle Esco stesse, in modo da renderle sempre più all’altezza di dialogare con gli istituti di credito. Un altro strumen- to di grande aiuto sicuramente è il Fondo nazionale previsto dal D.lgs 102/14 che sicuramente va nella direzione di agevolare le Esco e l’efficienza energeti- ca, ma la strada è molto lunga, ed allo stato attuale resta un forte disallieamento fra “esigenza di finanza in materia di efficienza energetica” e la “disponibilità di tecnologie e validi progetti di innovazione”. Que-
sto fa sì che ad oggi purtroppo troppi progetti di ef- ficientamento restano nel cassetto non realizzati per mancanza di risorse finanziarie da parte delle imprese e delle Esco.
Elena Ardizzi, Syneco
Può delinearci le peculiarità del progetto propo- sto? Quali sono le caratteristiche che lo hanno di- stinto?
Il progetto proposto è il primo e, fino ad oggi, unico progetto nell’ambito dei Titoli d’Efficienza Energeti- ca in Italia che nasce dalla sinergia tra una ESCO, SYNECO, ed un’Associazione di categoria, ANDIL, nell’industria del laterizio.
Il progetto ha analizzato in dettaglio gli interventi di efficientamento realizzati nella produzione di laterizi nei comparti di prelavorazione, essiccazione e cottura. I risparmi energetici conseguiti sono stati valorizzati attraverso i Certificati Bianchi.
In tal senso, il progetto non copre una singola instal- lazione o un impianto, ma un intero comparto indu- striale (copre circa il 35% della produzione di laterizi italiana), con notevole effetto di semplificazione ed unificazione dei singoli interventi di efficienza energe- tica. Sono stati esaminati 42 stabilimenti e sono stati presentati 30 progetti, di cui 20 hanno avuto esito positivo, 4 sono stati sospesi per lacune normative sulla regolazione degli additivi e 6 sono stati ritirati per mancanza di requisiti tecnici. Nel primo hanno si sono ottenuti quasi 20mila titoli per un controvalore di oltre 2 milioni di euro.
Come valuta l’attuale scenario energetico? Ritiene che si siano fatti passi avanti nel mercato dell’effi- cienza energetica e delle rinnovabili?
Nonostante l’attuale ribasso dei costi energetici, il centro dell’interesse dell’industria rimane orientato al risparmio e all’efficientamento energetico. Il mec- canismo dei certificati bianchi è di certo un ottimo promotore. Conseguire risparmi energetici è diventa- to tecnologicamente sempre più complesso e richie- de spesso, soprattutto da parte delle PMI, assistenza esterna qualificate.
SYNECO si impegna presso le aziende e attualmente è molto attiva nella depurazione delle acque e nell’in- dustria alimentare oltre a quella del laterizio.
Il sistema e il mercato italiano dei certificati bianchi è a livello europeo molto avanzato, purtroppo però è frenato dalla burocrazia e dalle tempistiche molto lunghe di controllo e comunicazione da parte del GSE. Spesso si è carenti di linee guida adeguate e con- divise e progetti sospesi per la mancanza di normativa non vengono elaborati.
Venendo a meno la comunicazione aperta e veloce che era garantita dall’AEEGSI e da ENEA, il propo- nente dei progetti riceve meno informazioni dirette e di conseguenza il raggiungimento degli obbiettivi del- la legge 102 appare meno fattibile nei tempi proposti.
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