Page 7 - Gestione Energia
P. 7
Un giacimento inutilizzato e l’incapacità di gestire il successo dei TEE
Giuseppe Tomassetti
Fa parte della retorica nazionale piangere sull’incapacità di saper gestire i nostri successi, dalle scoperte tecniche, quali il telefono, la radio, il computer da tavolo, sviluppati poi in altri paesi, alle capacità produttive, di vivacissimi ed innovativi settori, quali quelli del mobile e dell’abbigliamento, incapaci di coalizzarsi per cui il primo è venduto IKEA e il secondo lo è dai francesi, Zara e HM.
Fa sempre parte della retorica nazionale dire che l’Italia manca di risorse economiche ma sono state le nostre banche a finanziare i re europei che ci hanno poi conquistato, così come in questi anni di crisi finanziaria sono aumentati i depositi delle famiglie, quindi soprattutto manca fiducia.
E’ vulgata comune che oggi le conoscenze siano la risorsa più preziosa e di maggior valore, conseguentemente chi le possiede tende a tenerle strette, per poterle sfruttare a proprio vantaggio, c’è però sempre latente, in un paese storicamente dilaniato dalle invidie e dal dispetto, che si finisca preferire tener nascosta la competenza piuttosto che possa utilizzarla il nostro concorrente.
Mi riferisco al meccanismo dei Titoli di Efficienza Energetica o Certificati Bianchi, una soluzione innovativa sviluppata inizialmente in Italia a scala così allargata, per affrontare la promozione dell’efficienza energetica negli usi finali, obiettivo di estrema rilevanza a livello nazionale ma, nella pratica, meno rilevante per gli imprenditori alle prese con i problemi di rilevanza immediata.
Questo meccanismo crea un mercato artificiale, i distributori di energia debbono acquistare sul mercato interventi di efficienza realizzati da consumatori, ripagandosi poi con un bonus regolato, applicato alle tariffe. Per non attendere una riconversione e una maggiore attenzione da parte degli imprenditori, si è scelto favorire la crescita di una categoria di imprese fornitrici di servizi tecnici, le ESCO, professionalmente interessate a realizzare gli interventi, favorendone la crescita verso la fornitura di servizi integrati, compreso sia il supporto per l’accesso al credito, sia la garanzia dei risultati.
Il meccanismo dei TEE ha avuto un indubbio successo, nei 10 anni 2005-2014 sono stati realizzati interventi che hanno permesso di contabilizzare riduzioni di il consumo annui di fonti primarie dell’ordine di 4- 5 Mtep, prevalentemente nel settore industriale i cui consumi, sempre espressi in fonti primarie, sono scesi in questi anni di grande recessione a 37,5 Mtep nel 2013 dai 52 Mtep del 2007. Altri paesi europei hanno attivato, in questi anni, meccanismi similari. Questi interventi assieme alla riduzione dei consumi hanno prodotto un enorme crescita di conoscenze sui processi, attraverso le misure raccolte in tutti i casi che lo prevedevano e sui risultati globali gestionali ed economici, attraverso le valutazioni contrattuali.
Queste conoscenze sono entrate nel patrimonio delle ESCO e delle aziende ove l’impianto è stato realizzato ma non si è avuta alcuna diffusione né verso gli operatori tecnico-scientifici né verso il largo pubblico dei consumatori energetici che sono quelli che hanno pagato i costi del meccanismo. Finora si sono avute informazioni solo di tipo finanziario, non di tipo tecnologico e scientifico.
L’indubbio interesse dei consumatori sarebbe che queste conoscenze si diffondessero e contribuissero a ridurre i consumi, senza bisogno di ulteriori contributi a loro carico. Si tratta di raggiungere un delicato equilibrio di democrazia e di regole, fra due interessi entrambi leciti ed entrambi d’interesse del paese, quelli delle ESCO e quelle dei consumatori. I responsabili della regolazione del meccanismo non possono tardare ancora molto ad affrontare la questione per evitare che, come negli esempi sopra citati, un inziale successo di alcuni operatori non riesca a evolvere verso un successo di tutto il paese.
L’iniziativa della FIRE del premio presentato a Ecomondo 2014, insieme alle annuali conferenze sui certificati bianchi organizzate dalla Federazione, ha voluto essere una prima goccia di lubrificante su un ingranaggio che tarda a girare dal punto di vista della diffusione delle informazioni e delle buone pratiche.
1/2014 5
Editoriale