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FOCUSLe grandi aziende energivoreIl tema degli energivorie la politica industrialeIntervista di Micaela Ancora a Monica Tommasi, Presidente di Amici della Terrastema del mercato unico europeo, che dovrebbero mostrare ora con maggio- re evidenza la loro contraddittorietà ed inef cacia.Gli Amici della Terra hanno promos- so una proposta sulla revisione delle metodologie di tassazione dei pro- dotti importati nel conto degli effetti della delocalizzazione dell’industria primaria. Alcune discussioni della UE sembrano indicare la possibilità di utilizzare l’ETS per questo scopo ma il meccanismo per ora si è dimostrato totalmente inef cace. Qual è la pos- sibilità che ci sia una proposta nella UE che abbia probabilità di essere ef cace?In questo contesto, ci sono le condi- zioni per rilanciare, anche a livello euro- peo, la proposta di una nuova strategia di intervento per la decarbonizzazione a livello globale, che parta dal livello di eccellenza energetico-ambientale raggiunto da molti settori dell’industria europea e che lo sappia valorizzare in modo non autoreferenziale rispetto agli altri attori del mercato globale. Si creerebbero così le condizioni per in- nescare un processo virtuoso verso gli obiettivi delle politiche di riduzione delle emissioni climalteranti.La proposta lanciata più di un anno fa dagli Amici della Terra sulla base dell’e- laborazione sviluppata da Agime Ger- beti, che è stata recepita anche in una risoluzione delle Commissioni ambien- te e Industria del Senato, è quella di introdurre una Imposta sulle Emissioni Aggiunte (ImEA) basata sull’intensità carbonica dei prodotti (o carbon inten- sity tax) che agisca come manovra di scalità ambientale tramite la modula- zione delle aliquote IVA. Lo strumento della scalità ambientale non ha l’o- biettivo di aumentare il gettito scale ma quello di incentivare le produzioni più pulite e disincentivare quelle meno pulite, prescinde quindi dal paese di produzione dei beni e si concentra sul mercato di distribuzione, nella fattispe- cie quello europeo. Il disegno della ma- novra di scalità ambientale prevede di mantenere invariata la pressione scale complessiva, anche tramite la modula- zione dello strumento in funzione della sua ef cacia rispetto al conseguimento dell’obiettivo di politica ambientale.La recente apertura del Parlamento Europeo all’introduzione di mecca- nismi di questo genere (Risoluzione del Parlamento Europeo sulla COP23 in programma il 16 e 17 novembre a Bonn del 04/10/2017) costituisce senz’altro una novità positiva e segna- la una maggiore consapevolezza delle criticità che caratterizzano il meccani- smo ETS.Il rilancio del tema degli energivori ha portato in evidenza che la se- lezione dei destinatari di qualsiasi tipo di incentivo è un’occasione di politica industriale oltre che am- bientale ed economica. Secondo lei quali strade bisogna percorrere per raggiungere obiettivi validi?Per la promozione dell’ef cienza energetica nell’industria è necessa- rio un vero rilancio dello strumento dei certi cati bianchi. L’attuale im- postazione ha dato risultati impor- tanti ma oggi, anche con le nuove linee guida, sembra inadeguata per un rilancio all’altezza degli obbiettivi 2030. Sarebbe necessario veri care le opportunità offerte da un approccio più innovativo. Gli Amici della Terra propongono di veri care due linee di intervento per una riforma strategica dello strumento: la prima, il trasferi- mento degli obblighi dai distributori ai venditori; la seconda, il superamento del contributo a carico delle bollette per nanziare il meccanismo. I certi- cati bianchi dovrebbero diventare un vero e proprio strumento di politica industriale integrato con Industria 4.0. Il cuore della nuova impostazione dei certi cati bianchi dovrebbe essere costituito da misure basate sul rico- noscimento di quegli investimenti nei processi produttivi che consentono di raggiungere livelli di ef cienza energe- tica superiori a quelli delle “baseline” delle diverse tecnologie ordinaria- mente utilizzate dall’industria e dalle altre attività produttive. Per gli Amici della Terra il driver fondamentale per conseguire gli obiettivi di politica ener- getico-ambientale in modo coerente con una crescita dell’economia, è il miglioramento dell’ef cienza energe- tica. La riduzione dei consumi di ener- gia può e deve essere espressione di aumento di competitività e ricchezza e non di crisi e impoverimento.Il tema della decarbonizzazione dell’energia riguarda un obiettivo globale di tutti i Paesi della Terra. Essi però hanno priorità temporali diverse per cui incentivi e pena- lizzazioni niscono per creare dei fenomeni di concorrenza sleale tra i vari produttori. Secondo lei c’è ab- bastanza sensibilità di questo tema nei decisori politici?Gli Amici della Terra hanno più volte evidenziato la criticità di questi feno- meni di concorrenza sleale, come nel caso del completamento della pro- cedura di riconoscimento della Cina come economia di mercato. Con il superamento degli attuali meccani- smi antidumping si aggraverà il pro- cesso di carbon leakage, le produzio- ni italiane ed europee a bassa intensi- tà di carbonio saranno ulteriormente penalizzate e aumenterà il contenuto di CO2 legato alle importazioni di prodotti cinesi e realizzati con bassi standard di qualità ambientale. Per questo motivo abbiamo partecipato alla consultazione della Commissione UE sulla metodologia antidumping da applicare a questi prodotti, eviden- ziando nel nostro contributo che l’ap- plicazione della “metodologia stan- dard per il dumping” avrebbe effetti particolarmente negativi sotto il pro lo ambientale penalizzando in modo au- tolesionistico le industrie europee che già rispettano, sopportandone i costi, elevati standard ambientali. Dopo i ri- sultati della COP 21 di Parigi, a livello dei decisori politici nazionali e euro- pei, riteniamo che si siano create le condizioni per mettere in discussione le attuali politiche di aggiustamento al sistema EU-ETS contro il carbon le- akage, come le misure per il Market Stability Reserve (MSR), e la proposta di revisione della direttiva 2003/87/ CE per sostenere arti ciosamente il prezzo delle emissioni di CO2 nel si-22gestione energia FOCUS Le grandi aziende energivore