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FOCUSLe grandi aziende energivoreEnergivoried ef cienza energeticadi un energy manager, almeno (al limite) per avere una controparte di  ducia nei rapporti con i fornitori di vettori e servizi energetici. Concentrandosi sul setto- re industriale, che è quello interessato dalla maggior parte delle nomine negli ultimi anni, nel recente rapporto energy manager di FIRE sono state condotte alcune valutazioni sul tema energy ma- nager, energivori e ISO 50001.Per provare a stimare il numero di sog- getti obbligati che non hanno ottempe- rato all’obbligo di nomina, si è confron- tato il numero delle nomine effettuate con il numero dei soggetti energivori presenti nell’elenco della CSEA. Delle 2.759 aziende presenti nell’elenco della CSEA, 335 hanno nominato nel 2016 un energy manager, ossia circa il 12%. Si tratta di una percentuale comunque bassa, considerando la natura energi- vora di tali imprese: è vero che la soglia che fa scattare lo sconto (e l’obbligo di diagnosi) è circa la metà di quella per l’obbligo di nomina per le imprese indu- striali, ma è altrettanto vero che si tratta di una soglia legata ad un solo vetto- re energetico, e che non tiene dunque conto di tutti gli altri input energetici.I soggetti che hanno nominato un ener- gy manager, siano essi obbligati o no, e che al contempo sono in possesso del- la certi cazione ISO 50001 per il loro si- stema di gestione dell’energia risultano essere 187. L’adozione di un sistema di gestione dell’energia, conforme allo standard della ISO 50001, è in grado di portare considerevoli bene ci energetici nella realtà medio-grandi sia nel setto- re industriale che nel settore terziario. Da un’indagine condotta da FIRE tra il 2014 ed il 2015, il cui scopo era quello di individuare lo stato dell’arte dell’im- plementazione della ISO 50001 in Ita- lia, è emerso che un SGE è in grado di generare saving energetici maggiori del 5% e un miglioramento continuo delle performance energetiche.Il tema degli energivori si è riacceso a luglio a seguito di una proposta di emendamento, approvata alla Camera, che prevede l’estensione degli sconti ad altri tipi di utenze ancora una volta senza particolari azioni di ef cientamento colle- gate allo sconto. Appare quindi oppor- tuno, anche alla luce di questa novità, un cambio di rotta repentino, subordinando gli sconti quantomeno ad adozioni di ef-  caci sistemi di gestione dell’energia, alla nomina di un energy manager, all’appli- cazione di una o più misure previste nei rapporti di diagnosi, che porterebbero a bene ci sul medio-lungo periodo ai di- retti interessati alle agevolazioni e a co- bene ci alla platea di soggetti che vanno a  nanziare le stesse.Enrico Biele FIREL’stessi agli input, è stata forte negli ultimi decenni e continua ad esserlo in tempi di crisi non ancora scongiurata.Tale attenzione viene esplicitata sia con azioni di saving volontario per la riduzio- ne dei costi e l’accesso a forme incenti- vanti di vario tipo, sia con l’adempimen- to ad obblighi imposti a livello nazionale ed europeo.Il primo aspetto da considerare è che non vi è una de nizione universale di grande consumatore o “energivoro”, sebbene a livello nazionale venga ormai accettata, non solo nei provvedimenti a cui si applica ma sempre più spesso anche nell’uso comune, la de nizione del decreto interministeriale MiSE-MEF del 5 aprile 2013.Tale de nizione si applica sia alla partita degli sconti alle imprese energivore, ge- stita dalla CSEA, che all’obbligo di dia- gnosi ex. articolo 8 del D.Lgs. 102/14 in capo a MiSE-ENEA.Con riferimento alle diagnosi energeti- che, il D.Lgs. 102/14 ha introdotto un obbligo di esecuzione di audit energeti- ci per grandi imprese ed energivori, pre- vedendo per questi ultimi che entro il 5 dicembre dell’anno n-esimo, qualun- que impresa a forte consumo di energia che risulti iscritta nell’elenco pubblicato presso la CSEA dell’anno n-1 debba aver realizzato un audit energetico con- forme all’allegato II del D.Lgs. 102/14. I recenti dati presentati a luglio 2017 nel Rapporto Annuale Ef cienza Energetica di ENEA mostrano che sono prevenute all’Agenzia oltre 15.000 diagnosi ener- getiche effettuate da oltre 8.000 impre- se, e che circa il 45% di esse è stata effettuata dal comparto manifatturiero, ove risiedono importanti settori a forte consumo di energia. In particolare le imprese energivore attive non ricadenti anche nella categoria grandi imprese sono state 1.597, mentre quelle energi- vore e anche grandi imprese sono state 836. La risposta dei soggetti obbligati a condurre le diagnosi è stata dunqueattenzione del legislatore ai grandi consumatori di energia,e la risposta dei consumatoriampia ed è stata altrettanto opportuna, anche per dare un segnale di coerenza col dettato legislativo, la pronta appli- cazione di sanzioni da parte del MiSE. Bisognerà valutare a posteriori quante delle azioni previste nelle diagnosi an- dranno effettivamente in porto, essendo sì previsto un obbligo di diagnosi, ma non un obbligo di implementazione del- le azioni previste nel rapporto di diagno- si. Per rendere più utile questa misura, come suggerito da FIRE in una recen- te audizione al Senato sul pacchetto “Energia pulita per tutti gli Europei”, si potrebbero introdurre degli obblighi pro- gressivi per l’adozione di misuratori di energia a livello di singole utenze energi- vore (linee di processo, servizi generali, etc.) all’interno dei processi produttivi e degli edi ci, eventualmente sostenuti da politiche di accompagnamento. Riguardo agli sconti in bolletta per gli energivori ed ai dati disponibili, non si va purtroppo molto più in là del nume- ro di imprese aderenti all’agevolazione e dell’impatto complessivo della misu- ra sugli oneri in bolletta. L’applicazio- ne dello sconto è infatti basata su un accesso di tipo ON/OFF, e non è dato sapere se, come e quanto le maggiori risorse disponibili per gli aventi diritto saranno reinvestite in attività connesse all’ef cienza energetica o meno.Una possibile azione che il legislatore dovrebbe prendere in considerazione, come rimarcato più volte da FIRE, sa- rebbe quella di assicurare che le age- volazioni alle imprese energivore siano accompagnate dalla richiesta di azioni concrete da parte di queste ultime, mi- rate a assicurare nel tempo l’adozione di misure di ef cientamento energetico dei propri processi produttivi, in grado di alleggerire nel tempo la richiesta di age- volazioni; come misura minima sarebbe opportuna la certi cazione ISO 50001 dei siti soggetti ad agevolazioni, come previsto ad esempio in Germania.A prescindere da sconti e obblighi, si ritiene in ogni caso utile che ciascun soggetto energivoro, dati i  ussi mone- tari in gioco sulle proprie bollette, si doti18gestione energia FOCUS Le grandi aziende energivore


































































































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