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rimuovere completamente l’ossigeno presente ne- gli oli vegetali di partenza e di ottenere un prodotto idrocarburico perfettamente compatibile con il diesel fossile e con qualità indipendente dalla tipologia di biomassa utilizzata come materia prima.Inoltre, la tecnologia “eco ning” utilizzata è carat- terizzata da elevata essibilità in termini di prodotti lavorabili; essa consente infatti di processare mate- rie prime non in competizione con gli usi alimentari, come ad esempio oli vegetali esausti della liera na- zionale e grassi animali (es. used cooking oil, “UCO”, come alternativa all’olio di palma), contribuendo così al progressivo passaggio da feedstock di prima ge- nerazione a prodotti unconventional/advanced per la produzione di biofuels. Attualmente la bioraf neria di Marghera produce circa 300.000 tonnellate/anno di HVO mentre quella di Gela, a regime, ne preve- de una produzione pari a circa 700.000 tonnellate/ anno.Inoltre, nel settore dei biocarburanti avanzati è ne- cessario citare la produzione di bioetanolo cellulo- sico nel sito di Crescentino dove si utilizzano princi- palmente residui agricoli come materia prima. Que- sta iniziativa rappresenta non solo una eccellenza italiana ma anche il primo esempio di bioraf neria avanzata a livello europeo. Il bioetanolo ottenuto, oltre a provenire da materie prime non in compe- tizione con la catena alimentare, garantisce anche un risparmio di emissioni superiore all’80% rispetto alla benzina posizionando questo biocarburante al top della sua categoria dal punto di vista ambientale. L’attuale capacità produttiva annua dell’impianto diCrescentino è pari a circa 50.000 tonnellate.Altro biocarburante cui l’Italia sta puntando forte- mente è il biometano, che si ottiene attraverso un processo di puri cazione del biogas. Quest’ultimo è un prodotto ottenuto dalla digestione anerobica di sostanze organiche ed è composto per due terzi da metano e per un terzo da biossido di carbonio.La produzione di biometano a partire dall’impiego di biomasse prodotte allo scopo o generate come scarto da altre attività umane, oltre a ridurre l’impie- go di combustibili di origine fossile, contrasta l’emis- sione di gas serra generata da fenomeni di degrado di sostanze organiche per fermentazione non con- trollata. Dopo l’adeguata puri cazione il biometano può essere immesso nelle reti di trasporto e di distri- buzione del gas naturale ed utilizzato tal quale come carburante per autotrazione.Le previsioni produttive di biometano sono molto ampie. Nella fase attuale, in presenza di una risposta positiva degli operatori alle incentivazioni previste nell’emanando decreto si ipotizza di coprire l’intero mercato del gas naturale in autotrazione e cioè circa 1 miliardo di m3 di biometano. Considerando tuttavia la potenziale capacità produttiva di biogas in Italia questo valore potrebbe raddoppiare o addirittura triplicare.La legislazione dei biocarburantiLa promozione dei biocarburanti avviene mediante l’obbligo per i fornitori di benzina e gasolio (Sogget- ti Obbligati) di miscelare una quota minima annua, espressa in energia, di biocarburanti nei prodotti fos- sili. Oggi la quota di consumi nali di energia nei tra- sporti soddisfatta da fonti rinnovabili è pari al 6,4%, quasi interamente costituita da biodiesel, pari a cir- ca 1,8 milioni di tonnellate di prodotto. Questa cifra può variare anche di molto essendo disponibili sul mercato biocarburanti a più alta valenza ambientale per i quali è riconosciuto un valore doppio di ener- gia. Quindi l’utilizzo di questi prodotti porterebbe al16gestione energiaTecnologie & iniziaTive