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Figura 4. Autovalutazione del contributo della “sostenibilità” alla capacità di differenziazione dei prodotti / marchi (Fonte: Forum per la Sostenibilità del vino, Ottobre 2014)Oltre l’80% di un campione di 1000 aziende intervistate ritiene la sostenibilità driver strategico di sviluppo ed in- tendono accrescere il legame tra le nuove istanze della sostenibilità ed aspetti classici del loro marketing mix. Anche se diversi studi dimostrano che la percezione di sostenibilità come valore aggiunto sia attualmente mag- giore in alcuni segmenti speci ci della platea dei consu- matori, come le donne e le fasce d’età più elevata, l’in- teresse per gli attributi di sostenibilità è comunque desti- nato a crescere nel tempo per effetto di una verosimile maggiore attenzione del pubblico.Si delinea con forza come il comparto italiano del vino si scopre un potenziale leader sia per contenuti tecnico- scienti ci sia per massa critica delle aziende coinvolte. Dall’indagine emerge che:1. Il concetto di “sostenibilità” è ormai radicato nel mon- do del vino italiano e è presente in tutti i modelli di business delle imprese del vino.2. Una adeguata dimensionale delle aziende favorisce un approccio più strutturato alla sostenibilità, tuttavia ciò non impedisce a molte micro-imprese di sviluppa- re comportamenti fortemente orientati alla sostenibili- tà.3. La sostenibilità sembra agire positivamente sulle per- formances aziendali così come auto-valutate dagli im- prenditori intervistati (Figura 3)4. La leva della “sostenibilità” sembra agire come driver di valore sia a livello di differenziazione dell’offerta (Fi- gura 4) che sulla strategia di contenimento dei costi.ConclusioniLe norme volontarie de nite a livello internazionale offro- no una ventaglio di opzioni a disposizione delle azien- de vitivinicole: strumenti di gestione ambientale (ISO14001, ISO 14064) e dell’energia (ISO 50001), stru- menti di valutazione dell’impatto ambientale attraverso la valutazione del ciclo di vita life-cycle assessment (ISO 14040-44), strumenti di valutazione di alcuni indicato- ri di sostenibilità ambientali di grande interesse quali la carbon footprint (ISO 14067) e la water footprint (ISO 14046), strumenti di comunicazione ambientale (ISO 14063) e di etichettatura (di Tipo I -UNI EN ISO 14024, di Tipo III -UNI EN ISO 14025, altre asserzioni ambien- tali di Tipo II o marchi di prodotto stabiliti dalla normativa cogente).Il vantaggio principale della introduzione della norma ISO 50001:2011 nell’ambito delle “cantine sociali” consente di conseguire vantaggi in termini di riduzione dei consu- mi speci ci, e dei costi di produzione, attraverso un ap- proccio organico al miglioramento continuo, basato sulla misura delle prestazioni energetiche. Inoltre agevolano l’ammodernamento tecnologico degli impianti e predi- sposizione tecnologica ed organizzativa verso l’introdu- zione di nuove tecnologie, ad es. la tecnologia Internet of Things (IoT) applicata lungo tutta la catena del valore nella produzione del vino). Sono disponibili applicazioni speci che di tale tecnologia a partire dai vigneti (es. un uso maggiormente mirato e consapevole dei trattamenti  tosanitari attraverso informazioni puntuali acquisite di- rettamente “in vigna”),  no ad arrivare “sulla tavola” del consumatore attraverso l’utilizzo di tecnologie anticon- traffazione, applicate ai sistemi di chiusura delle bottiglie, ed ai sistemi di garanzia della tracciabilità alimentare di ogni singola bottiglia di vino. Tutto questo si traduce in un aumento della consapevolezza e della  ducia del con- sumatore ed in una maggiore tutela di tutti (consumatori e produttori) nei confronti delle frodi e delle contraffazioni alimentari.Formazione & ProFessione2/2017 13


































































































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