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stire i diversi processi che si veri - cano nelle varie fasi con strumenti che consentono di manipolare i dati, archiviarli, confrontarli, aggior- narli e soprattutto renderli fruibili facilmente.
Il governo inglese ci crede a tal punto da aver creato un gruppo di lavoro speci co, da anni, e reso obbligatorio il BIM da settembre di quest’anno anche per lavori pubbli- ci di piccola entità (vedi http://www. bimtaskgroup.org/).
E in Italia cosa sta succedendo? Siamo all’inizio. Anche per il nostro Paese il futuro passa attraverso un approccio diverso, in cui il BIM è certamente presente nell’ambito della Riforma degli Appalti.
Il Ministro Del Rio aveva scaldato la platea (o raffreddato, dipende dal punto di vista) annunciando che entro dodici, quattordici mesi dall’u- scita del nuovo Codice Appalti il
BIM sarebbe diventato obbligatorio anche in Italia. Il testo poi licenziato invece ne prevede, più prudente- mente anche su sollecitazione delle categorie dei costruttori e dei pro- gettisti, la sua facoltatività e solo per le opere che superano un determi- nato importo.
FINCO sarebbe stata, invece, per un approccio più radicale.
Nel nostro Paese, in ogni caso, la possibilità – e la necessità – di espandere il margine di efficienta- mento energetico, specie in tale contesto, è grande (attualmente solo il 4% degli edifici appartiene a classi energetiche superiori alla C), ciò sia nell’ottica di ridurre la dipendenza energetica dall’e- stero, sia in quella di migliorare il conto energetico ed il comfort abitativo, al fine di perseguire, nell’ambito dell’attività realiz- zativa, il concetto di Smart and
FOC
Ef cienza energetica in edilizia
Sustainable Building, ovvero di costruzioni progettate, collocate, costruite e gestite o almeno riqua- lificate ottimizzando tutte le risor- se a disposizione.
Quella dell’ef cienza energetica è una partita decisiva, quindi, soprat- tutto per quei settori, che sono so- stanzialmente esclusi dal “cono di luce” dell’export; nel nostro caso ciò che si può esportare è il costruire italiano con le connesse tecnologie e professionalità, che possono es- sere sviluppate solo con un merca- to interno “accogliente” e di sprone all’innovazione tecnologica, grazie anche alla continuità dell’attenzione delle politiche pubbliche al riguardo. Un’occasione, che allo stato attuale, l’Italia non può proprio permettersi di sprecare!
E del resto non abbiamo molte alter- native... sia sotto il pro lo economi- co che sotto quello sociale.
US
Tenere sotto controllo i propri consumi di energia tramite un sistema di gestione certificato si traduce nella capacità di:
monitorare e misurare in continuo la propria performance energetica
individuare nuove opportunità di miglioramento e valutare nuovi investimenti (ESCo)
tenere conto delle performance energetiche negli acquisti e nei contratti di manutenzione
disporre di un Energy Team formato e coinvolgere maggiormente il proprio personale nel raggiungimento degli obiettivi energetici
comunicare efficacemente all'esterno le proprie performance energetiche
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