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CUS
etica in edilizia
di resistere agli urti del sistema  nan- ziario nel suo complesso), non po- tremo più esimerci da tale impegno e manutenzione: ef cienza energeti- ca e tecnologie pulite dovranno di- venire il leit-motiv dell’azione di que- sto Governo e dei prossimi.
Per quanto riguarda il nostro Pa- ese, la conferma per il 2016 delle detrazioni  scali relative al settore delle costruzioni (50% per le ristrut- turazioni edilizie, 65% per la riqua- li cazione energetica) è un segnale positivo in tal senso, ma non basta perché molto altro c’è da fare.
Va, tanto per cominciare, potenzia- to e sempli cato il Conto Termico, che dovrà essere volano di ef - cientamento per il comparto degli immobili pubblici e va lanciato  nal- mente l’Ecoprestito, che da diverso tempo Finco sollecita come ulteriore strumento di sviluppo e diffusione dell’ef cienza energetica.
Il patrimonio immobiliare italiano ri- sulta essere infatti, nel complesso, il secondo più vecchio d’Europa, in qualche caso “antico” ed allora il discorso si fa diverso e chiama in causa il rilevante aspetto dei Beni Culturali, e la maggior parte delle abitazioni è stata realizzata da più di 40 anni; le stime sono variegate, si parla di uno stock edilizio fatto di oltre 250.000 edi ci in condizioni manutentive pessime e oltre 2.3 mi- lioni in condizioni mediocri. Ed è su questi edi ci energivori ed obsoleti, che si deve intervenire.
Come? Attraverso l’innovazione, ad esempio. Ed un passo in avanti potrebbe giungere dall’utilizzo degli strumenti di Information and Com- munication Technology (ICT) in seno ai processi di riquali cazione edilizia; si pensi a quei software sempre più in grado di fornire analisi dettagliate sugli edi ci e sul loro comportamen- to energetico, di cui emblema è il BIM – Building Information Modelling per il controllo tecnico-prestazionale degli interventi di retro t.
L’idea di fondo del BIM è semplice ma titanica: raccogliere tutte le in- formazioni (dati, caratteristiche tec- niche, di costo, di manutenzione, ecc.) lungo tutto il periodo di vita della costruzione o della infrastruttu- ra e renderle disponibili a tutti colo- ro che le necessitano (committenti, progettisti, imprese esecutrici e di manutenzione, ecc.). Si tratta di ge-
FO
Ef cienza energ
Angelo Artale Direttore Generale
FINCO
Strategie
di riquali cazione
per l’edilizia residenziale
La domanda (e l’esigenza) di riquali cazione del patrimonio edilizio esistente è sempre più connessa con il tema dell’ef cienza delle risorse in generale e di quelle energetiche in particolare.
Quella della riquali cazione e dell’ef-  cientamento energetico è una s da che l’Italia può e deve vincere con possibilità di esportare innovazione e di proporsi come leader anche sul piano internazionale. A questo  ne è necessario, però, che si realizzi quel- la reale e compiuta industrializzazio- ne – che come FINCO auspichiamo fortemente – del settore delle co- struzioni con le non irrilevanti con- seguenze che ciò comporterebbe, sia sotto il pro lo della sempli ca- zione delle fasi lavorative in cantiere, sia sotto quello della innovazione di prodotto e di processo sui materiali, componenti e tecnologie, sia, non ultimo, sotto quello della governan- ce datoriale e sindacale del settore. Vale qui la pena ricordare che qua- si l’85% del patrimonio abitativo nazionale è stato costruito prima del 1991, anno di entrata in vigore della Legge 9 Gennaio 1991 n. 10, recante “Norme per l’attuazione del Piano energetico nazionale in mate- ria di uso nazionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia”, primo provvedimento che impone- va e disciplinava in qualche modo il risparmio energetico negli edi ci nel nostro Paese.
Nell’ultimo settennio ci sono stati quasi 14 milioni di interventi di ri- quali cazione su un totale, seconde case comprese, di oltre 31 milioni di abitazioni in Italia (fonte Centro
Studi Camera dei Deputati). Numeri imponenti, che non lasciano adito a dubbi!
La riquali cazione è una priorità ed una necessità, anche in relazione all’esigenza di non consumare suo- lo. Non devono spaventare allora il ridisegno delle città e la concentra- zione (densi cazione) urbana, unica vera strada per l’ef cientamento energetico, con la contemporanea creazione di ampie aree verdi ed ef-  cienti collegamenti, locali ed inter- nazionali.
L’uso sapiente del territorio è una s - da che la politica non può più usare come arma ideologica o “clientela- re”, come spesso l’urbanistica degli anni ’70, ’80 e ’90 è stata, ma deve essere gestita come strumento di rilancio di una economia sostenibile. L’intervento sul patrimonio edilizio non può quindi prescindere dalle esigenze/richieste, alcune diretta- mente provenienti dall’Europa inte- sa come normazione comunitaria, relative alla sostenibilità, al risparmio energetico, alla sicurezza ed alla di- sponibilità di nuovi materiali ed inno- vazione tecnologica.
La transizione verso un’economia circolare, in cui il vecchio sistema produttivo del “prendi – realizza – consuma – elimina” sarà rimpiazza- to, nelle intenzioni dell’Europa, entro il 2020, ne è la riprova!
Se si considera, poi, che il nostro Paese ha siglato gli accordi COP21 di Parigi sul clima, con cui i Paesi “ricchi” si sono impegnati a stanziare almeno 100 miliardi di dollari l’anno per adattarsi agli impatti dei cambia- menti climatici e rendere le loro eco- nomie più resilienti (cioè, più capaci
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gestione energia FOCUS Efficienza energetica in edilizia


































































































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