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mercato e aumenti dei prezzi. La situazione si è capovolta grazie agli investimenti di grandi industrie che hanno realizzato una  liera alternati- va di produzione di silicio PV-grade capace di alimentare il mercato mon- diale e abbattere i prezzi dei moduli. (Figura 1)La conseguenza  nale è stata una crescita  no a coprire circa il 10% della produzione complessiva, in condizioni vicine alla grid parity sen- za incentivi. Nel frattempo gli incentivi sono rimasti stabili, aumentando a dismisura la convenienza per i grandi impianti. E dopo pochi mesi ad una repentina chiusura del Conto Energia e al crollo del settore.Il costo medio dell’energia elettrica è diminuito, grazie alla priorità di di- spacciamento di cui godono le fonti rinnovabili che ha portato fuori mer- cato una parte delle centrali termo- elettriche. Ma questa diminuzione di prezzo non si è tradotta in bollette più leggere per i clienti  nali a cau- sa di una serie di effetti sistemici non previsti (cambio della curva oraria della domanda di energia con, ridu- zione del mercato contendibile per il termoelettrico, capacity market) che hanno portato all’aumento degli oneri di dispacciamento. (Figura 2)Quali lezioni si possono trasferire dall’esperienza del settore fotovol- taico a quello della mobilità elettrica? La prima è a mio avviso la necessità di uno sviluppo graduale, evitando in- centivi economici diretti (in conto ca- pitale): per sostenere la diffusione dei veicoli elettrici essere ef caci misure regolamentari (zone accessibili solo a veicoli elettrici, parcheggi riservati)o incentivi economici modesti (la ri- duzione delle tasse o delle tariffe di accesso e sosta).La seconda lezione riguarda i costi: l’aumento dei volumi di vendita giu- sti ca investimenti in linee produttive capaci di abbattere i prezzi. Un feno- meno atteso per le batterie, i compo- nenti più costosi all’interno dei veicoli elettrici.In ne l’importanza di monitorare gli effetti sistemici (desiderati e non) per adeguare rapidamente le politiche di incentivazione.Innovazione e complessitàLa diffusione dei veicoli elettrici ri- chiede una serie di innovazioni all’in- terno di un sistema complesso che comprende le infrastrutture della rete elettrica, la tecnologia dei veicoli (in particolare quella delle batterie), la gestione della mobilità urbana, il si- stema di distribuzione commerciale e le “paure” del cliente  nale. L’innovazione delle infrastrutture della rete elettrica consiste primariamente nella creazione di nuovi “punti di rica- rica”. In questo campo oggi gli inve- stimenti sono molto limitati. Da parte del pubblico per la complessità di avviare un nuovo tipo di servizio e da parte dei privati per l’incertezza del modello di business (quanto tempo servirà per ripagare l’investimento, dato che ci sono pochi veicoli elettrici in circolazione? E tra qualche anno con l’estensione della percorrenza a 300 o 500km i veicoli elettrici avranno ancora bisogno di una rete capillare di colonnine di ricarica pubbliche?). Non va sottovalutata l’esigenza di adeguare le reti di distribuzione perfornire la potenza necessaria: una singola colonnina di ricarica rapida può richiedere 22kW. È facile imma- ginare l’aumento di potenza contrat- tuale per una famiglia cha ha attual- mente un contratto di 3kW, nonché la necessità di strategie tecniche e commerciali per spostare il picco di assorbimento e incentivare la ricarica lenta.L’impatto energetico complessivo sulla rete sarebbe comunque rilevan- te. In uno scenario di conversione dell’intero parco autovetture italiano da motore a combustione interna ad elettrico (a parità di chilometri percor- si, tenendo conto dell’ef cienza at- tuale dei motori a combustione inter- na e di veicoli elettrici con consumi di 0,25 kWh/km) i consumi complessivi aumenterebbero di circa 28% - un valore compatibile con la capacità di generazione attualmente disponibile. Gli effetti sul sistema di generazione dipenderebbero ovviamente dalla di- stribuzione della domanda nel corso delle 24 ore: con una gestione smart si potrebbe utilizzare l’auto elettrica come carico differibile per tagliare i picchi di domanda a carico del ter- moelettrico, aumentare la domanda di energia da fonti rinnovabili e ridurre i costi di dispacciamento. (Figura 3) La tecnologia dei veicoli è matura: per guidare un’auto elettrica è suf ciente abituarsi al cambio automatico, alla potenza e alla riduzione del rumore e delle vibrazioni. Il prezzo di listino elevato è un problema se si pensa all’acquisto diretto da parte di un sin- golo privato – ma si riduce signi cati- vamente nel caso di acquisti di  otte di veicoli. E può essere compensatoFigura 2. Confronto tra i valori medi annuali del PUN 2005 e 2015. Fonte: elaborazione AREA Science Park su dati TERNAFOCUS Mobilità elettrica  1/2017 27FOCUSMobilità elettrica


































































































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