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CUS
etica nel settore alimentare
Le aziende pilota coinvolte in questo progetto sono 7 e tutte situate nella regione Lazio. Nello specifico sono stati considerati solo 3 dei numero- si sotto-settori dell’agroalimentare: il lattiero caseario, il vitivinicolo e il pa- stario.
In seguito al contatto con le diverse aziende, emerge un interesse cre- scente verso gli aspetti energetici, infatti i proprietari attribuiscono una notevole importanza all’energia e all’ambiente prestando dunque at- tenzione alle opportunità di risparmio energetico e alla possibilità di auto- produrre energia da fonti rinnovabili. La maggior parte delle aziende visitate si sono già rivolte a società di servizi energetici, ESCo o a consulenti ester- ni per chiedere preventivi ed avere maggiori informazioni sulle opportuni- tà esistenti. La barriera principale alla realizzazione degli interventi è stata quella finanziaria.
La riduzione della spesa energetica può rappresentare per le aziende una condizione necessaria per competere a livello nazionale ed europeo, nono- stante questa debba confrontarsi con la primaria attenzione agli aspetti pro- duttivi, alla qualità del prodotto finito e al marketing.
All’interno delle aziende è spesso già stato realizzato un intervento di efficienza energetica, voluto dai pro- prietari con idee innovative e green. In questi casi ci si trova di fronte a per- sone giovani, appartenenti a seconde o terze generazioni di un’impresa fa- miliare che nel tempo si è strutturata. Un aspetto da non sottovalutare che è emerso dal dialogo con i titolari delle aziende è l’importanza che loro stessi attribuiscono ai benefici non energe- tici correlati al risparmio nella fase di valutazione e nell’approvazione degli interventi. Tali benefici anche se con difficoltà possono essere corretta- mente evidenziati e monetizzati solo dall’imprenditore che ha una visione globale della sua azienda. Ad esem- pio, in un’azienda che produce latticini è stato sostituito il vecchio generatore di calore alimentato ad olio combu- stibile di potenza pari a 800 kW con un’equivalente caldaia a gas, la quale oltre a ridurre i costi di gestione e ma- nutenzione, ha permesso di garantire maggiore affidabilità e sicurezza, ridu- cendo le preoccupazioni dell’impren- ditore.
In un’altra azienda del settore lattiero
FO
Efficienza energ
Stefano D’Ambrosio FIRE
Efficienza energetica nelle PMI del settore agroalimentare:
il progetto Sinergia-Med
Le aziende agroalimentari in Italia sono tipicamente di piccole o medie dimensioni, quindi il con- sumo energetico annuo raramente supera la soglia dei 10.000 tep per la nomina di un energy manager secon- do la legge 10/91.
Dai dati FIRE del 2015 emerge che 109 aziende su un totale di oltre 54.000 hanno nominato un respon- sabile per l’uso razionale dell’energia (energy manager). Questo non è un numero basso se confrontato ad altri settori energy intensive come carta, cemento, vetro, siderurgia, ecc.. Queste 109 aziende di maggiori di- mensioni hanno dichiarato consumi dell’ordine di 1,6 Mtep corrisponden- ti a circa il 40% del settore. Si tratta quindi di aziende leader, che in questi anni di crisi sono cresciute grazie alle
esportazioni ma la cui struttura non è rappresentativa delle condizioni ge- nerali delle PMI nazionali. È da consi- derare, inoltre, che i vari sotto-settori dell’agroalimentare (agricoltura, alle- vamento, bevande, carni, latte, pasta, conserve, ecc..) sono tra di loro molto diversi sia per numerosità e dimen- sione, che per livello e ripartizione dei consumi.
Il progetto Sinergia-Med è dedicato proprio alle PMI del settore agroa- limentare. In tale ambito la FIRE ha condotto analisi energetiche presso alcune aziende istallando strumenti per il monitoraggio dei consumi elettri- ci di singole apparecchiature o di sta- bilimento, valutando i carichi termici e fornendo in conclusione un analisi con suggerimenti per il risparmio energe- tico.
Tabella 1. Nomine dell’energy manager per settore [dati FIRE 2015]
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