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CUS
etica nel settore alimentare
servizi per l’efficienza energetica avrebbe un impatto importante in termini di aumento della produzione industriale, tasso di crescita medio annuo dell’economia e risparmio sulla bolletta energetica nazionale. Dal momento che l’energia è uno dei principali input della filiera agro- alimentare, e considerando inoltre il grado di dipendenza energetica dell’Italia rispetto agli altri grandi Pa- esi dell’UE, l’efficienza energetica rappresenta una delle più promet- tenti aree d’intervento per accresce- re la sostenibilità delle produzioni. In tale contesto, l’Industria alimentare si è già avviata nella giusta direzione: dai dati a disposizione, sappiamo infatti che a partire dal 2000 il no- stro settore ha compiuto significativi passi avanti in termini di efficienza energetica.
D’altronde l’efficienza energetica, già individuata dal relativo Piano d’Azione Ue 2011 come principale strumento di riduzione delle emis- sioni di CO2, è al centro delle politi- che europee di lotta al cambiamen- to climatico e impiego sostenibile delle risorse, come confermato dal Pacchetto clima energia 2030, che assegna un ruolo chiave alle misu- re per razionalizzare e ottimizzare i consumi energetici.
Benché l’Industria alimentare – sal- vo alcuni comparti energy intensive – abbia impatti ambientali relativa- mente bassi in termini di consumi energetici, l’energia rappresenta uno dei principali input dei proces- si di trasformazione alimentare e della fase a monte di produzione
FO
Efficienza energ
Massimiliano
Boccardelli
Politiche Industriali e di Filiera, Rapporti Parlamentari FEDERALIMENTARE
Efficienza energetica nell’industria alimentare per essere sostenibili
in modo competitivo
L’Industria Alimentare italiana, terza Food & Drink Industry dell’Unione Europea, è il se- condo settore manifatturiero a livello nazionale, con 132 mld/€ di fattu- rato nel 2015, più di 6800 aziende (con più di nove dipendenti) e qua- si 29 mld/€ di export. Si tratta di un settore fortemente interessato all’affermazione su scala globale di modelli di produzione e consumo sostenibili per far fronte alle sfide che ci attendono nei prossimi anni, ovvero produrre il 70% di cibo in più per sfamare i 9 miliardi di abitanti del pianeta stimati al 2050, con alimenti sicuri, di qualità e in quantità suffi-
ciente.
Tale sfida – che richiede il coinvol- gimento di tutti gli attori della filiera agroalimentare mediante un approc- cio integrato – si muove su alcune grandi direttrici: dalla piena valoriz- zazione delle materie prime trasfor- mate, all’ottimizzazione dell’impie- go dei principali input dei processi industriali (energia e acqua), dalla prevenzione e corretta gestione dei rifiuti d’imballaggio, alla prevenzione del food-waste. Mentre il minimo comune denominatore che unisce gli ambiti d’azione indicati è l’uso efficiente delle risorse nelle fasi di approvvigionamento e trasformazio- ne, sia di quelle primarie, attraverso l’innovazione delle tecnologie e dei processi, sia delle materie prime agricole, la cui produzione ha richie- sto a sua volta diversi input di base
(in primis suolo, aria, acqua, energia) e la cui valorizzazione nelle varie componenti – inclusi i sottoprodotti, nel pieno rispetto delle norme vigenti a tutela della salute e dell’ambiente – configura un vero e proprio circolo virtuoso nella food-chain e in altre filiere di utilità.
Questo impegno trova un impor- tante motivo di slancio nel ruolo cruciale degli investimenti green per la competitività dell’intero tessuto industriale italiano, ribadito con dati importanti da Confindustria,1 per la quale tra il 2008 e il 2012 il 22% dell’Industria nazionale ha investito in tecnologie green (risparmio ener- getico, minor impatto ambientale), con significative ricadute in termini di esportazioni e redditività, mentre si stima che un programma di soste- gno agli investimenti in tecnologie e
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gestione energia FOCUS Efficienza energetica nel settore alimentare