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  FOC
Sistema urbano sostenibile
  La prossima sfida che l’efficien- za energetica deve affrontare nel nostro Paese è rappresen- tata dalle città. Queste infatti hanno un ruolo fondamentale nel raggiun- gimento degli obiettivi di sostenibilità che il nostro Paese si è dato, e tale ruolo è legittimato dalla Strategia Energetica Nazionale 2017, all’in- terno della quale vengono toccate tematiche quali tutela dell’ambiente, riduzione del consumo energetico e delle emissioni climalteranti, svilup- po della mobilità e di reti intelligen- ti, strettamente legate allo sviluppo delle città. Le aree di consumo in un contesto urbano sono rappresenta- te dagli edifici, pubblici o privati che siano, i servizi, le industrie e l’agri- coltura.
Ancora oggi tra i diversi fattori che penalizzano l’efficienza nel contesto urbano vi è una gestione scarsa- mente industrializzata del ciclo dei rifiuti, un processo di rinnovamen- to degli edifici frammentato e poco ambizioso ed un sistema di mobilità ancora poco sostenibile.
I dati di ISPRA indicano che nel 2016 la percentuale di rifiuti urbani smaltiti in discarica è ancora il 25% del totale, con recupero di biogas, mentre una pari percentuale è sot- toposta a recupero di materia ed un 19% viene sottoposto a trattamento biologico della frazione organica; gli scarti dell’industria agroalimentare destinati alla digestione anaerobica si sono ridotti del 35% rispetto al 2015. Una novità interessante ed in costante crescita è il trattamento in- tegrato anaerobico/aerobico, svilup- patosi grazie anche alle incentivazio- ni disposte dal DM 23 giugno 2016 che prevede specifiche disposizioni per gli impianti alimentati da biomas- se, biogas e bioliquidi sostenibili. Tali impianti sono costituiti da linee di trattamento integrate e sequenziali: il trattamento anaerobico consen- te di recuperare energia rinnovabile sotto forma di biogas o biometano, controllare le emissioni olfattive e stabilizzare le biomasse prima del loro utilizzo agronomico, mentre il successivo trattamento aerobico trasforma il digestato in fertilizzante da utilizzare in campo agricolo. Tra i rifiuti avviati a tale trattamento vi è per lo più frazione umida, che copre circa l’80% del totale trattato.
Efficienza energetica nel contesto urbano
Livio De Chicchis
FIRE
   Nonostante qualche piccolo pro- gresso nell’ottica dell’obiettivo “di- scarica zero” previsto dalla strategia europea, l’Italia è comunque anco- ra indietro rispetto ad altri paesi del nostro continente (specialmente del nord Europa) dal punto di vista della gestione dei rifiuti, i cui recuperi di materia ed energia sono limitati da una gestione poco industrializzata del ciclo e da una non sufficiente programmazione e dotazione im- piantistica. Questo è dovuto so- prattutto alla disomogeneità tipica del nostro Paese: se le regioni set- tentrionali manifestano infatti una tendenza positiva da questo punto di vista, quelle del centro-sud fanno spesso da contraltare. Nella gestio- ne dei rifiuti va sempre considerato il punto di vista normativo, dove il D.Lgs. 152/2006 definisce rifiuti ur- bani quelli provenienti da civili abita- zioni, spazzamento strade e pulizia aree verdi, rifiuti che, al pari di quelli speciali, possono essere classificati pericolosi o meno.
La nascita e il costante sviluppo dei contesti urbani è sempre ruotato intorno all’acqua, fattore da non tra- scurare anche in tema di efficienta- mento. I dati ISTAT rivelano come nel 2015 il volume complessivo di acqua prelevata per uso potabile sia stato pari a 9,5 miliardi di metri cubi, una quantità sostanzialmente equivalen- te a quella censita nel 2012 (+0,3%); in media ogni abitante consuma 220 litri di acqua potabile al giorno. Nel- lo stesso anno è andato disperso il 41% dell’acqua potabile immessa nelle reti di distribuzione, in peggio- ramento rispetto al 2012 quando le perdite idriche totali erano pari al 37,4%.
A tale proposito, il ciclo integrato dell’acqua è un concetto innovati- vo e fondamentale per una buona amministrazione della risorsa e per la tutela dell’ambiente. In genere si compone di una serie di fasi: capta- zione, potabilizzazione, distribuzio- ne, collettamento, depurazione e re- stituzione. Una corretta applicazione di tale ciclo può trasformarsi in una risorsa ad esempio attraverso il re- cupero di energia termica dai sistemi fognari. Dal punto di vista normati- vo, la Direttiva 2000/60/CE istituisce un quadro per l’azione comunita- ria in materia di tutela qualitativa e quantitativa delle acque, basata sul raggiungimento o mantenimento di obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici. Gli interventi da attuare per ottemperare a ciò dovranno ri- guardare una maggiore copertura del servizio fognario-depurativo, nonché l’adeguamento degli im- pianti esistenti per il raggiungimento della conformità alle norme di emis- sione degli scarichi e agli obiettivi di qualità ambientale previsti dalla normativa di riferimento. Il riuso delle acque reflue depurate può rappre- sentare un’importante opzione per migliorare l’impatto degli scarichi urbani sui corpi idrici, comportando una maggiore disponibilità di sor- genti idriche disponibili sul territorio e limitando l’utilizzo di acqua pota- bile per scopi che non richiedono elevati standard qualitativi. Tale riuso dipende dalle caratteristiche idrauli- che e chimiche dei reflui da trattare che determinano la metodologia e il livello di depurazione più adatto; le acque reflue recuperate possono essere riutilizzate sia nel comparto civile, per applicazioni di tipo urbano
    FOCUS Sistema urbano sostenibile 4/2017 17
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