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PRIMA PAGINA PRIMA PAGINA PRIMA PAGINA PRIMA PAGINA PRIMA PAGINA PRIMA PAGINPer ottimizzare il pro tto orario delle proprie attività occorre studiare le relazioni fra questi elementi e trova- re il mix ottimale. È un periodo storico in cui leader di mercato già adottano questo approccio integrato, che prende in considerazione tutta la  liera. E del resto le performance negli ultimi venti anni delle imprese che hanno investito nella sostenibilità, nelle persone e nella governance si sono dimostrate superiori a quelle delle im- prese conservatrici. Questo è uno dei dati che si possono de nire positivi.Come evidenziato durante Enermanagement 2016, l’ef-  cienza energetica diventa una reale leva di business se ben compresa e sfruttata, così come investire in modo intelligente sulla sostenibilità è un modo per a rancarsi dai rendimenti nulli o negativi delle attività tradizionali. Ridurre l’e cienza al solo risparmio energetico signi ca perdere tutta una serie di e etti positivi diversi dalla ri- duzione dei consumi (e.g. qualità del prodotto/servizio, costi di manutenzione, riduzione delle emissioni, aumen- to della produttività, etc.).Per gli energy manager e gli operatori del mercato (ESCO, utility, etc.) comprendere questi elementi ed im- parare ad applicarli si tradurrà nel tempo in una maggiore percentuale di successo delle proprie proposte.Ha citato l’energy manager: nel 2016 quali sono gli aspetti di rilievo che hanno caratterizzato l’evoluzione di tale  gura professionale?Se l’e cienza ha un ruolo fondamentale nelle realtà aziendali e non solo, la  gura responsabile di promuover- la all’interno di imprese ed enti, ossia l’energy manager, non può che giocare un ruolo altrettanto importante. Ri- cordiamo che l’energy manager in Italia è obbligatorio per tutti i soggetti con rilevanti consumi di energia. La FIRE, ne gestisce le nomine annuali dal 1992 su incarico del MiSE.Come suggerito anche dalla Circolare MiSE 18 dicem-bre 2014, si con gura nelle grandi imprese come un di- rigente in grado di incidere nelle scelte aziendali, che può essere un EGE o avvalersi della collaborazione di EGE, mentre nelle realtà più piccole è in genere un quadro/ funzionario o, laddove i consumi energetici siano meno rilevanti, un consulente esterno.Il Rapporto 2016 sugli energy manager in Italia prodotto da FIRE [http://em. re-italia.org/?p=1285] nell’ambito delle sue attività istituzionali e relativo all’anno di no- mina 2015, evidenzia che nel 2015 su 1.963 energy ma- nager nominati 171 hanno conseguito la certi cazione come esperto in gestione dell’energia (EGE), nel 2016 il numero è passato a 453, soprattutto per e etto dell’ob- bligo delle diagnosi energetiche per le grandi imprese previsto dal D.Lgs. 102/2014.Sempre secondo i dati emersi dall’analisi della piatta- forma NEMO, introdotta nel 2016 da FIRE per co- municare la nomina dell’energy manager, è aumentato anche il numero di energy manager nominati da sog- getti con sistema di gestione dell’energia (SGE) dotati di certi cazione ISO 50001: da 115 nel 2015 a 178 nel 2016.Per supportare in modo e cace gli energy manager e le imprese, nel 2016 è stato avviato l’Osservatorio degli energy manager, d’intesa con il MiSE. I temi trattati spa- ziano dalle buone pratiche per la gestione dell’energia alle tendenze di mercato, dalla normativa al benchmarking. In particolare sarà a rontato il tema dell’integrazione dell’energy management con il core business aziendale, cercando di trasferire ciò che i leader di mercato hanno fatto negli ultimi anni ottenendo un miglioramento della competitività.In ne sarà avviata un’azione dedicata alla P.A. in col- laborazione con ENEA ed altri soggetti, volta a o rire strumenti per facilitare lo sviluppo di politiche, approc- ci e buone pratiche sull’energy management nel settore pubblico.4/2016 9


































































































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