Page 51 - untitled
P. 51
Bioenergie, potrebbero coprire il 10% del fabbisogno del nostro paese
Redazione AdnKronos/Prometeo
Consolidare la filiera del biogas e del biometano per anticipare gli obiet- tivi di decarbonizzazione dell’eco- nomia italiana, coerentemente con i contenuti dell’intesa raggiunta alla Conferenza di Parigi Cop21. Poten- zialmente, il nostro Paese potrebbe produrre una quantità pari al 10% del fabbisogno nazionale. E’ quan- to sostiene il Cib, Consorzio italiano biogas, che ha recentemente pre- sentato insieme a Snam e Confagri- coltura un documento che evidenzia i benefici a più livelli di una strategia di sviluppo del biometano in Italia. Nella rete di distribuzione italiana in tre lustri, secondo Snam, il 10% del gas dovrebbe provenire da sottopro- dotti agricoli, gas che oltre ad essere sostenibile sarebbe anche prodot- to in Italia. Un messaggio forte che sprona a un deciso cambiamento di rotta, per raggiungere quanto prima il traguardo dell’eliminazione totale dei combustibili fossili fissato al 2050 dagli accordi di Parigi.
L’Italia, spiega Piero Gattoni, pre- sidente del Cib, “ha svolto un ruolo determinante nell’accordo raggiunto in seno alla Cop21 e, per i notevoli sforzi compiuti in passato sul fronte delle rinnovabili, si colloca certamen- te tra i Paesi più virtuosi”. Tra i molti primati, l’Italia, con oltre 2 miliardi di normal metri cubi di gas equivalente prodotti ogni anno, che la collocano al terzo posto nel mondo dopo Ger- mania e Cina, può vantare anche quello della produzione di biogas da biomasse di origine agricola.
Dal biogas, spiega Gattoni, “si ot- tiene il biometano, fonte energetica rinnovabile e sostenibile, che può essere impiegata nell’autotrasporto, nelle auto e nei mezzi pubblici che
già circolano a metano, oppure im- messa nella rete nazionale del gas naturale. Potenzialmente, il nostro Paese potrebbe produrre, conside- rando anche il settore dei rifiuti or- ganici urbani, 8 miliardi annui di metri cubi di gas naturale equivalente, pari al 10% del fabbisogno nazionale”. Dal punto di vista dell’impatto am- bientale, il prodotto finale della di- gestione anaerobica, ovvero il pro- cesso di fermentazione che dà vita al biogas, è il digestato, un fertiliz- zante naturale in grado di restituire il carbonio al terreno sottraendolo all’atmosfera. In più il biogas con- sente di immagazzinare e valorizzare a fini energetici le emissioni che si produrrebbero per la fermentazione naturale all’aria aperta della materia organica, i reflui di allevamento per esempio, o dei rifiuti urbani. Lo svi- luppo della filiera del biogas inoltre offre prospettive occupazionali tra le più promettenti: sono stimati 13mila nuovi green jobs al 2020.
Secondo il presidente del Cib “oc- corre che le istituzioni mettano in campo una serie di azioni che con- solidino la filiera italiana del biogas e del biometano in un quadro normati- vo che non è ancora stabile e certo”. Gli obiettivi primari, sottolinea ancora il Consorzio italiano biogas, sono “la ridefinizione dell’intervallo temporale per l’accesso agli incentivi per il bio- metano, considerati i ritardi nell’at- tuazione del decreto 5 dicembre del 2013, la previsione di un target annuo di immissione di biometano in rete, l’aggiornamento della normati- va nazionale in tema di biocarburanti avanzati coerentemente con la nuo- va direttiva europea e la previsione di un sistema che valorizzi il ruolo del
biometano nella strategia di riduzio- ne della CO2”.
Ma affinché le bioenergie possano davvero affermarsi, un ruolo impor- tantissimo è quello che può essere ricoperto dall’informazione. E proprio per agevolare la costruzione di un modello comunicativo che diffonda informazioni corrette riguardo alla fi- liera produttiva del biogas-biometa- no e aumentare l’accettabilità sociale di questo settore produttivo, è stato ufficialmente approvato il progetto di ricerca europeo all’interno del pro- gramma Horizon 2020 ISAAC (In- creasing Social Awareness and AC- ceptance of biogas and biomethane) che partirà da gennaio 2016. Nell’ambito di tale progetto sarà svi- luppato anche un modello di proces- so partecipativo che ha come obiet- tivo quello di ridurre l’opposizione sociale coinvolgendo tutti gli attori nei processi decisionali più importanti. L’efficacia della proposta sarà mas- simizzata mettendo in pratica quanto proposto nel progetto in zone spe- cifiche: lo studio del potenziale non sfruttato derivato dalla digestione anaerobica di sottoprodotti agricoli e Forsu sarà la base di partenza per una campagna di informazione e co- municazione rivolta principalmente ai cittadini oltre che a tutti i potenziali portatori di interessi del territorio se- lezionato.
L’attenzione sarà rivolta soprattutto alle aree con un alto potenziale ener- getico nelle quali però lo sviluppo di queste tecnologie ha avuto in passa- to problemi nello svilupparsi. Verran- no quindi successivamente valutati gli effetti del progetto per quanto ri- guarda l’accettabilità sociale dell’in- novazione energetica.
NEWS
4/2015 49


































































































   49   50   51   52   53