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34gestione energiaESCo il raggiungimento di effetti di scala e di scopo sulle competenze sviluppate.Al  ne di stimare il grado di attrattività per le ESCo di ciascuno dei comparti analizzati, è stata schematiz- zata una matrice di classi cazione che incrocia due dimensioni d’analisi:– la propensione all’ef cienza energetica che mi- sura il livello investimenti in soluzioni di ef cien- tamento energetico realizzato in ciascun macro- settore;– il tasso di penetrazione delle ESCo che misura invece la quota di interventi realizzati dalle ESCo rispetto a quelli “self made”.Il risultato dell’incrocio delle due dimensioni – con l’indicazione dei valori medi (risultanti dalla rilevazio- ne empirica) di discrimine – è riportato in  gura.È evidente come il quadrante più attrattivo per le ESCo sia quello in alto a destra e specularmente sia la parte in basso a sinistra della matrice quella a minore interesse. Il quadrante più attrattivo è però “vuoto”.Prendendo in considerazione solo le attività non core, il tasso di penetrazione delle ESCo nel set- tore alimentare e della meccanica si alza notevol- mente. In entrambi i settori il tasso di penetrazione delle ESCo è maggiore di 1 e ciò signi ca che gli investimenti realizzati dalle ESCo superano quelli «self made». L’aumento del tasso di penetrazione è importante anche nel settore chimico. Tuttavia lo shift verso destra dei settori con una maggiore pro- pensione all’ef cienza energetica risulta piuttosto ridotto e perciò, anche considerando solamente le attività non core, nessun comparto industriale rien- tra nel quadrante più attrattivo.S può concludere quindi che il grado di maturità del mercato italiano per quanto riguarda l’ef cienzaenergetica è ancora piuttosto basso, se si consi- dera che il ricorso agli operatori è mediamente li- mitato e soprattutto per le attività non core. Anche la propensione all’ef cienza energetica è complessi- vamente limitata, con il settore più avanzato (la car- ta) comunque fermo ad investimenti nell’ordine del 2,8% rispetto alla bolletta annua.Non è quindi un caso che manchino ancora settori “star”, dove si accoppi ad una elevata propensione all’investimento in ef cienza una maggiore capacità di interfacciarsi con gli operatori dei servizi di ef - cienza energetica. Le ragioni di tale situazione sono da ricercarsi indubbiamente nella combinazione di diversi fattori, dalla ridotta propensione del sistema industriale ad “aprirsi” e ad investire in ef cienza, alla dif coltà di ottenere  nanziamenti rivolti all’ef cienza energetica dal sistema bancario, alla dif coltà del- le ESCo di sviluppare progettualità e competenze adeguate a taluni interventi.Se è vero tuttavia che sono le ESCo a dover “spin- gere” il mercato dell’ef cienza energetica, è neces- sario in prima battuta che siano loro a compiere un deciso «cambio di passo», adottando una duplice strategia: da un lato andando ad intaccare gli in- vestimenti «self made» delle imprese che già rea- lizzano numerosi interventi di ef cienza energetica. Questo, come abbiamo visto, signi ca per le ESCo focalizzarsi sulle fasi core del processo produttivo, investendo in competenze e progettualità ampie e “di frontiera”. Dall’altro sfruttando i rapporti già piut- tosto consolidati con le imprese che stanno facen- do registrare investimenti più contenuti per incre- mentare il loro indice di «propensione all’ef cienza energetica», favorendo la “salita” di queste imprese nel quadrante in alto a destra della matrice di clas- si cazione.mercaTo & Finanza


































































































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