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Figura 1. Ripartizione degli investimenti su attività core e attività non corequando si tratta di ef cientare i processi core, con investimenti per oltre 922 mln € (che equivalgono a circa il 90% del totale) eseguiti direttamente dai “proprietari” del processo. Le ESCo effettuano so- lamente il 10% degli investimenti sulle attività core, ma arrivano ad oltre il 40% su quelle non core, dove si accaparrano una quota signi cativa del totale de- gli interventi di ef cienza energetica.Le ragioni di tale differenza di peso delle ESCo ri- spetto agli investimenti su processi core o non core sono molteplici: da un lato è evidente come l’inter- vento su un processo core abbia delle speci cità tecniche e settoriali tali per cui sia ancora ad oggidif cile per le ESCo che operano sul mercato italiano – tutto sommato piccole dimensionalmente rispetto ai “clienti” (soprattutto quelli energivori) – sviluppa- re competenze adeguate e competitive rispetto a quelle già in possesso dei clienti. Dall’altro lato vi è ancora una forte riluttanza da parte degli operatori industriali a far entrare e “mettere mano” ai propri processi core a soggetti tutto sommato esterni al loro settore e per una  nalità, il risparmio energetico, ancora non percepita come fondamentale. In ne è indubbio come le similitudini tra processi non core (servizio vapore, motori elettrici, aria compressa, ...) anche in settori diversi favoriscano invece per leFigura 2. Matrice di classi cazione dei settorimercaTo & Finanza3/2016 33


































































































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