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Come è noto il decreto 102/2014 obbligava le grandi imprese e le imprese energivore ad effettuare una diagnosi energetica presso i propri siti entro il 5 dicembre 2015 e ad inviar- la ad ENEA entro il 22 dicembre 2015. Tale documentazione con quella ad essa relativa è stata opportunamente archiviata presso l’apposita banca-dati ENEA prevista del decreto stesso. Que- sto ha reso disponibile una signi cativa quantità di informazioni e di dati relativi all’intero sistema produttivo naziona- le. A tal  ne ENEA ha iniziato studi ed analisi su alcuni settori produttivi al  ne di individuare indicatori energetici ca- ratterizzanti tali settori. Uno di essi è stato focalizzato al settore industriale della trasformazione della plastica: tale settore svolge un ruolo di primaria im- portanza nel panorama nazionale, con una  liera integrata e strutturalmente legata all’industria petrolchimica. In Ita- lia gli occupati nel settore sono quasi 130000 in circa 9410 aziende (17% del totale UE-27) con un fatturato di circa 31 miliardi di Euro1.Le diagnosi energetiche relative a que- sto settore (Ateco 22.2) pervenute all’E- NEA sono circa 800. Ciò ne fa uno dei settori per il quale si ha il maggior nu- mero di diagnosi. Di queste quelle cor- redate dal “Format di riepilogo” e quindi immediatamente fruibili per elaborazioni ed analisi statistiche sono circa 300. Tali considerazioni hanno portato alla attivazione di una tesi di laurea con tiro- cinio presso il centro di ricerche ENEA “Casaccia” assegnata ad uno studente di Ingegneria Energetica dell’Universi- tà degli Studi di Roma Tor Vergata. Lo studio è volto all’individuazione di valori di benchmark speci ci del settore della trasformazione di materie plastiche in prodotti di consumo. Tali valori sono necessari alle aziende trasformatrici nella redazione delle loro politiche ener- getiche ed in particolare delle diagnosi energetiche. Si ricorda infatti che il rap- porto tecnico UNI CEI/TR 11428:2011, norma che regola le diagnosi energe- tiche, richiede a chi redige la diagnosi il calcolo di un Indice di Prestazione Aziendale e il confronto di questo con un indice di prestazione obbiettivo.I dati pervenuti tramite “Format di riepi- logo” sono stati raccolti in un unico fo- glio di lavoro in modo che sia possibile analizzarli, facilitando la ricerca di mo- delli rappresentativi dei consumi ener- getici delle aziende. Si è cercata una correlazione tra volumi prodotti ed ener-Prime valutazioni relative al settore della trasformazione della plastica sulla base della documentazione pervenuta a seguito dell’art. 8 del D.lgs. 102/2014Domenico Santino Luigi CasorelliENEAFOCEf cienza energetica nel settore dell’industria chimicagia consumata ripetendo l’analisi per aziende appartenenti allo stesso codice Ateco. Tale indagine non ha portato a risultati soddisfacenti in quanto la clas- si cazione Ateco è fatta rispetto a ca- tegorie di prodotto  nito (es. nel codice Ateco 22.22.00 relativo agli imballaggi in plastica rientrano sia i bidoni che le buste) e non prende in considerazione la particolare tecnologia di produzione che in uenza in maniera preponderante i consumi energetici del sito. Si è do- vuto riorganizzare il lavoro, stabilendo per ogni sito quale fosse la tecnologia principale, tale azione non si è potuta effettuare utilizzando solo il “Format di riepilogo”, ma è stata necessario ana- lizzare i singoli rapporti di diagnosi. Si sono così potuti de nire degli indici di prestazione a livello di sito. Tuttavia tali valori risentono della diversa gestione che ogni azienda attua nei confronti dei servizi ausiliari al processo e dei servizi generali, comunque si è potuto quanto- meno ricavare un’indicazione sull’indice di prestazione a livello di attività princi- pale. Pertanto, con lo scopo di arrivare a dei valori e a dei modelli il più possi- bile attinenti alla realtà, l’analisi ha preso due direzioni:1. de nizione di un albero dei consumi caratteristico delle aziende in base al tipo di processo di trasformazione principale,2. individuazione di un indice di prestazio- ne a livello di tecnologia di lavorazione.Quest’ultimo punto ha destato l’atten- zione dei “player” di settore come l’as- sociazione costruttori di macchine per la trasformazione della plastica, nonché di numerose ESCo che hanno condivi- so, in forma anonima, con l’ENEA dati sui consumi energetici dei macchinari dei loro clienti. Dal confronto con questi soggetti, nonché dalla discussione con accademici, da anni impegnati nello stu- dio delle tecnologie di lavorazione della plastica, si è giunti alla de nizione di un “Format di integrazione” che è stato in- viato alle aziende oggetto del presente studio. Tale ulteriore campagna di ac- quisizione dati è ancora in corso con un riscontro positivo da parte di un signi - cativo numero di aziende.I valori degli indici di prestazione energe- tica e quanto emerso dallo studio ver- ranno dettagliati più approfonditamente in appositi rapporti e saranno la base di speci che linee guida di supporto alle aziende nella redazione delle diagnosi energetiche, si ricorda che per la prossi- ma tornata di diagnosi (2019) è prevedi- bile l’obbligo di misurare in continuo  no ad un certo livello di dettaglio i consumi energetici e quindi queste linee guida potrebbero fare da supporto anche in tal senso alle aziende obbligate.1. Fonte: The European House – Ambro- setti, rapporto di ricerca “L’eccellenza della  liera della plastica per il rilancio industriale dell’Italia e dell’Europa”, set- tembre 2013.FOCUS Efficienza energetica nel settore dell’industria chimica 3/2016 29US


































































































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