Page 12 - Gestione Energia
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rimento alle definizioni previste dalle norme tecniche in materia, che qui si riportano:
– ISO 50001 Confini: limiti fisici o di sito e/o limiti organiz-
zativi come definiti dall’organizzazione (un processo, un gruppo di processi, un sito, un’intera organizzazio- ne; siti multipli sotto il controllo di un’organizzazione),
– ISO 50003 Annex B, Organizzazione multi-sito: orga- nizzazione che ha identificato una funzione centrale (ri- ferita alla sede centrale dell’organizzazione medesima) e una rete di uffici locali o ad una serie di siti nei quali determinate attività sono pienamente o parzialmente gestite... ,
– CEI UNI EN 16247-3 2014-08 Sito: I processi compre- si all’interno del perimetro dell’Organizzazione,
e che si sposano perfettamente con la realtà in esame. Nel caso di specie, dove l’azienda è organizzata vertical- mente su tre servizi principali (Energia, Acqua, Ambiente) e due servizi generali trasversali a tutta l’azienda (Facility Manag., per la gestione degli edifici, e Automezzi, per la gestione autovetture e mezzi operativi) si poteva pen- sare di certificare anche uno solo di questi servizi. Si è invece ritenuto più utile certificarli insieme in un perimetro comprendente tutta l’azienda, dal momento che molte procedure e istruzioni operative sono comuni a più set- tori dell’azienda. Pertanto il perimetro certificato è l’inte- ra organizzazione che ha identificato nella sede centrale dell’organizzazione medesima la gestione di una serie di siti nei quali le attività operative sono di norma pienamen- te gestite. Questo sicuramente favorisce maggiori siner- gie e maggiore efficacia al sistema.
- Gli Usi Significativi
Altro punto fondamentale è stato la individuazione dei Centri di Consumo di Energia CdCE più significativi, clas- sificando: 1) i CdCE puntuali, siti fisici delimitabili (come gli impianti di potabilizzazione, depurazione, singoli o gruppi di edifici, ecc.), 2) i CdCE distribuiti, (come le reti gas, acqua, ecc.) dove non esiste una delimitazione fisi- ca, ottenuti come somma di tutti i consumi afferenti ad una determinata rete.
I CdCE significativi sono stati individuati in base a: a) Omogeneità Tecnologica (stessa tipologia di Servizio), b) Area organizzativa (stesso personale tecnico/operativo), c) Diagramma di Pareto (Analisi ABC).
Rispetto l’intero ammontare dei consumi globali azien-
Figura 1. Suddivisione % dei consumi per UdB - Anno 2013
dali, l’obiettivo era di individuare un numero di CdCE tale da rappresentare almeno il 40-50% dei consumi globa- li, con il vincolo di rappresentare anche tutte le gestioni operative organizzate per aree geografiche, in modo che tutti i tecnici di area fossero coinvolti nel SGE. Sono stati così individuati oltre 80 CdCE significativi pari a oltre il 70% del consumo globale aziendale, ben oltre il limite minimo prefissato. In Figura 1 è rappresentato il profilo di consumo globale dove si osserva che tre di sei servizi individuati consumano il 3% o meno del globale, che si potevano tranquillamente escludere in quanto non signifi- cativi nel complesso, applicando il criterio del Diagramma di Pareto5.
Tuttavia è stato deciso di includere alcuni CdCE anche di questi servizi, per soddisfare il criterio che tutte le or- ganizzazioni di gestione degli impianti/edifici dovessero essere inglobate.
Per ogni CdCE significativo è stato istituito un Catalogo dove sono indicati tutti i principali usi e il metering plan oltre ad un Registro che monitora i principali EnPI (2° li- vello), da confrontare con la baseline e con i consumi stimati. Eventuali scostamenti significativi devono essere giustificati, in caso contrario il gestore è tenuto ad inter- venire per ripristinare l’efficienza.
Approfondimento dell’analisi:
la diagnosi energetica
Dall’analisi energetica di primo livello, comprendente l’in- tero perimetro certificato, e dal monitoraggio mensile/an- nuale degli EnPI di CdCE significativo di secondo livello possono emergere valori critici nei confronti con il bench- mark non facilmente giustificabili. In questo caso si può decidere di effettuare una diagnosi energetica puntuale a livello di singolo impianto in cui è possibile esaminare le singole parti di impianto (linee di processo e singole ap- parecchiature)6 e individuare gli EnPI di 3° livello in modo molto mirato. La diagnosi può essere eseguita secondo i criteri della EN UNI CEI 16247 e tanto più approfondita quanto più importante è la significatività dell’impianto o edificio, tenuto conto che l’azienda gestisce molti impian- ti similari per cui gli interventi individuati in uno sono poi facilmente estendibili ad altri impianti.
L’ultima diagnosi, eseguita su un impianto TLR, è stata molto approfondita e ha permesso di individuare 17 in- terventi di efficientamento, con un risparmio energetico potenziale stimato in 1.600 – 2.200 tep/anno (risparmio tra 600 e 800 k€/anno). Sono occorsi oltre 6 mesi, ma i risultati ottenuti potranno essere estesi, almeno in parte, su altri 16 impianti similari.
Conclusione e primi risultati
dalla implementazione del SGE
Nell’articolo si è cercato di mettere in evidenza come un SGE ISO 50001 sia del tutto coerente con gli elementi costitutivi di una diagnosi energetica, redatta secondo la UNI EN 16247.
Al contrario di quest’ultima la ISO 50001 mette in campo una serie di strumenti che la rendono sicuramente più ef- ficace e con risultati che si mantengono e migliorano nel tempo, salvaguardando il concetto di effettuare interventi solo se economicamente sostenibili rispetto gli standard che ogni singola azienda adotta. Pertanto si nota che
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