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In questo periodo storico si torna a parlare con un certo slancio di auto elettrica o più in generale di mobilità elettrica. Effettivamente i fabbricanti si stanno muovendo an- che se parlare di vero e proprio de- collo è presto. Dedichiamo un focus all’argomento iniziando a parlare di alcune parole nate attorno al tema. La prima fra tutte è il “range anxie- ty”, che indica il timore insito in chi ha l’intenzione di utilizzare un veico- lo elettrico. Nello speci co si riferisce alla preoccupazione di non avere autonomia e non trovare un punto di ricarica per l’auto. Il problema è stato  nalmente riconosciuto ed ac- cettato, ci sono molti progetti in atto per dargli una soluzione; d’altra par- te ridurre al minimo l’ansia di rimane- re fermi con l’auto non è semplice. Il temine “range anxiety” è entrato nel vocabolario comune e si riferisce anche ai tempi di attesa necessari a fare il pieno di elettricità. Si parla in media di mezz’ora. Ma questo lasso di tempo è valido per chi ha un punto di ricarica in garage o nel proprio giardino ed ha dunque tem- po per decidere quando ricaricare l’auto. Se si vuole invece installare delle colonnine di ricarica in strada o nelle stazioni di servizio la prospet- tiva cambia. Se per ricaricare l’auto ci impieghiamo 30 minuti quanto tempo spenderemo in attesa che la  la scorra ed arrivi il nostro turno? Insomma molto è ancora da de nire e da valutare.Un dato certo è che ormai l’e-mo- bility è riconosciuta come necessi- tà e non più come un qualcosa di sperimentale, ciò porterà nel tempo a migliorare tutti gli aspetti ad essa connessi. Crescerà l’innovazione tecnologica, si punterà sicuramenteAuto elettrica:parliamone!alla standardizzazione dei dispositivi di ricarica, ad una sempre maggiore autonomia delle batterie ed all’im- plementazione di sistemi conformi sui differenti modelli di auto (full- electric e plug-in). Tutto è destinato principalmente al raggiungimento di un obiettivo: l’autonomia, che per le auto elettriche (ossia quelle che uti- lizzano solo motori elettrici per la tra- zione) è espressa in chilometri per- corribili o in tempo di funzionamen- to, per una ricarica completa delle batterie; per le auto ibride (quelle che utilizzano due motori per la tra- zione: uno elettrico e uno termico) è possibile sommare ai chilometri percorribili con il carburante conte- nuto nel serbatoio quelli percorribili grazie alle batterie. Oggi queste ul- time sono al piombo, sono invece in sperimentazione quelle al litio più piccole e leggere (ricordano quelle dei telefonini), ma più costose.Altro tema fondamentale legato alla mobilità elettrica è quello delle emis- sioni. Si parla di Zev (Zero emis- sion vehicle), quando l’auto inquina “zero”. L’auto elettrica è considerata Zev, invece l’auto ibrida non ha ov-FOCMobilità elettricaMicaela Ancora FIREviamente questa caratteristica. Sempre legato al problema delle emissioni e del risparmio in termini di carburante è il Car Sharing che si basa sull’uso condiviso dell’automo- bile in noleggio, sia di quella tradi- zionale sia di quella elettrica. Questo sistema elimina i costi di acquisto e di manutenzione di una vettura e tende a ridurre il numero di auto in circolazione.Interessante anche il concetto di smart mobility: ossia di mobilità in- telligente che si allaccia a quello di smart grid ovvero un sistema intel- ligente di gestione, accesso ed uti- lizzo di infrastrutture “smart” per le auto elettriche come l’interconnes- sione tra i veicoli stessi, le stazioni di ricarica sparse per le città e gli sche- mi complessivi di mobilità.Insomma il mercato sta creando (in parte ha già creato) un nuovo modo di vivere lo spostamento su auto. Diciamo che, almeno in Italia, è un campo in via di de nizione, bisogna adattare l’auto elettrica agli italiani, al budget che intendono (o possono) investire nell’acquisto di una vettu- ra, alle abitazioni dove vivono, che spesso sono condomini e non villette dove poter avere un punto di ricarica personalizzato. L’italiano non ha an- cora accettato l’idea del car sharing che in futuro potrà essere basato del tutto su auto elettriche. Occorre va- lutare che le nostre città non hanno parcheggi o ne hanno pochi – chi non ha mai fatto più volte il giro dell’i- solato nella speranza di trovare un posto per l’auto? – quindi l’idea di in- serire nel contesto cittadino dei punti di ricarica non è di facile gestione. L’auto elettrica è un’ottima invenzio- ne ma per renderla un mezzo di uso quotidiano ancora ci vuole tempo.FOCUS Mobilità elettrica 1/2017 19US


































































































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