Page 15 - Gestione Energia
P. 15

Figura 1. Variazione % provenienza biomassa
portamento di questo tipo avrebbe potuto deteriorare in modo precoce la rete a seguito delle continue contrazioni e dilatazioni termiche alle quali era sottoposta. Nel cor- so del 2009 la società dovette decidere se installare una nuova caldaia oppure dei serbatoi di accumulo. A segui- to di un’analisi dettagliata del problema e delle possibili soluzioni si scelse di installare dei serbatoi di accumulo. Nel 2010 furono installati due serbatoi, 3 MW ciascuno e una capacità di 260 m3 totali (date le caratteristiche della centrale ne potranno essere installati 5), che portarono ai seguenti benefici:
1. gestionali:
– migliore controllo delle emissioni;
– migliore funzionamento delle caldaie ad acqua; – minori sollecitazioni della rete;
2. qualità del servizio
– fornitura di calore a tutte le tipologie di impianti allac-
ciati alla rete senza possibilità di malfunzionamento per tempertura di mandata inferiore al setpoint (es. impianti ad aria di vecchia generazione);
3. ambientale
– sfruttamento di un’energia che durante gran parte
dell’anno sarebbe dispersa (per il funzionamento dell’impianto cogenerativo nelle ore notturne si era costretti a dissipare energia termica che adesso è accumulata nei serbatoi per sopperire ai picchi di carico);
4. economiche
– minor biomassa bruciata;
– minor produzione di ceneri.
La biomassa
La biomassa che può essere utilizzata all’interno degli impianti varia notevolmente in base alla tipologia di cal- daie installate e ai sistemi di caricamento usati:
• caldaie a griglia fissa e/o a caricamento a coclea
sono impiegate quando la pezzatura del cippato è fine ed uniforme, con un contenuto di umidità infe- riore al 30-40%;
• caldaie a griglia mobile con sistema di caricamento a spintore idraulico possono usare diverse tipologie di cippato con contenuti di umidità superiori.
Per impianti di una certa dimensione, quando le quantità bruciate possono essere di alcune centinaia di m3 al gior- no è meglio scegliere tipologie di caldaie più flessibili e quindi quelle rientranti nel secondo gruppo come quelle adottate presso gli impianti della società T.C.V.V.V. Spa. Nei primi anni di funzionamento, la biomassa conferita derivava principalmente dagli scarti delle segherie locali (80-85% del fabbisogno) e in pochissima parte dai recu- peri boschivi. In seguito, con la prima crisi economica del 2008 le segherie locali non furono indenni alla crisi e la società dovette far fronte al proprio fabbisogno aprendo altri mercati:
− biomassa dalla pianura padana da coltivazioni dedica- te di pioppo (MRF medium rotation forestry);
− biomassa conferito da aziende forestali.
Con lo stimolo avuta in quegli anni, adesso, la biomassa che deriva da recuperi boschivi si attesta attorno ad un 60% del fabbisogno della società T.C.V.V.V. Spa (Figura 1).
Evoluzione delle filiere degli scarti di legno
Dai primi anni 2000 a oggi numerosi sono gli impianti a biomassa che sono sorti in Valtellina. Questo ha portato ad una filiera locale per l’utilizzo degli scarti legnosi che altrimenti sarebbero stati a carico esclusivamente a tito- lo oneroso per le amministrazioni comunali e provinciali come per esempio:
• pulizia dei letti e argini dei fiumi dagli alberi;
• cura e manutenzione dei boschi locali.
Oltre a questo, con le piazzole di recupero organizzate da alcuni comuni della valle, le potature dei vigneti e dei meleti sono conferite alle centrali anziché essere bruciate sul posto col rischio che divampino incendi.
Un nuovo sforzo, che aimè non dipende da noi, sareb- be quello di poter bruciare in centrale alcuni sottoprodotti che, a causa d’interpretazioni legislative diverse o ristrette, al momento sono considerati rifiuti: non si comprendere che differenza ci sia tra potatura di verde urbano o giardino privato rispetto alle potature conferite da aree agricole.
La chiusura del cerchio sostenibile, sarebbe quella di po- ter sfruttare le ceneri come ammendante, magari misce- lato con il digestato degli impianti di biogas della valle al fine di dare alla terra quello che la terra ci ha dato.
FORMAZIONE & PROFESSIONE
1/2015 13


































































































   13   14   15   16   17