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la SPA e si scopre che l’imprenditore verde è in prevalenza maschio, anche se la presenza femminile è più consistente nelle imprese green (il 24% contro il 20,9% nelle imprese tradizionali) e a sorpresa risulta che il verde si addice di più agli imprenditori tra i 40 e i 59 anni e che c’è addirittura un boom di ultrasessantenni nelle imprese core green (44% del totale). Le imprese green poi vincono sul fatturato: sono, infatti, più del 21% quelle che hanno visto aumenta- re il fatturato nel 2014 contro il 10,2% delle altre imprese. Anche sulle esportazioni è premiato il verde: le core gre- en che esportano sono il 19,8%, le go green addirittura il 26,5% contro il 12% delle altre.
Uno sguardo ai temi strategici e all’occupazione
Osservando i vari settori della green economy, emerge che la crisi delle rinnovabili ha prodotto serie implicazioni occupazionali. Nel 2014 in Italia c’è stato, infatti, un crollo del 71% degli investimenti in rinnovabili provocato dal ta- glio retroattivo degli incentivi che segue un rallentamento già verificatosi nel 2013. Già nel 2013 l’Italia, con circa 95 mila occupati diretti e indiretti, aveva fatto segnare un sal- do negativo rispetto al 2011 di ben 27 mila posti di lavoro (-22%). È il fotovoltaico ad avere la performance peggiore rispetto al 2011 (-82%), seguito dai biocombustibili (-40%). Non è disponibile ancora il dato del 2014, ma, considerato il crollo dei nuovi impianti, è realistico attendersi anche un ulteriore forte calo dell’occupazione.
Ci sono anche settori in cui, tuttavia, l’occupazione è in crescita, come nell’efficienza energetica. Grazie al bonus, dal 2006 al 2013, le domande per detrazioni destinate alla riqualificazione energetica sono state 1,88 milioni per un importo di ben 22 miliardi di euro di interventi. In media sono stati occupati 40 mila addetti diretti ogni anno nella riqualificazione energetica (60 mila considerando l’indotto), con un aumento nel 2014 di 48 mila occupati diretti, che
arrivano a 72 mila incluso l’indotto. Un piccolo boom oc- cupazionale è stato registrato anche nel settore delle due ruote, dove si contano oltre 22 mila addetti che si riparti- scono in diversi settori d’impiego, tra cui il più importante è quello del turismo ciclabile che da solo ha attivato nel 2014 il 62% dei posti di lavoro.
La Relazione sullo stato della green economy segnala la positiva riduzione delle emissioni di gas serra, ma anche l’aggravamento del dissesto idrogeologico prodotto dal cambiamento climatico, le tendenze positive verso un circular economy, ma anche i molti ritardi come nell’eco- innovazione, gli importanti progressi compiuti dall’agricol- tura di qualità ecologica, mentre nella mobilità i segni di cambiamento sono ancora insufficienti e il quadro com- plessivo resta carente.
La green economy: tendenze e principali sfide internazionali
La domanda mondiale di energia dal 1990 al 2013 è cre- sciuta del 54,5%; il petrolio continua a essere la principa- le fonte mondiale di energia primaria, fornendo il 31,2% dell’energia nel 2013 (era il 36,8% nel 1990). Segue a bre- ve distanza il carbone, che è arrivato a fornire il 29,2% del- la domanda di energia primaria nel 2013, cresciuto rispet- to al 25,4% del 1990. In aumento anche il gas: dal 19,1 del 1990 al 21,2 del 2013; mentre il nucleare è in calo: dal 6% del 1990 al 4,7% del 2013. Le rinnovabili sono in aumento, dal 12,7% del 1990 al 13,7% del 2013, ma rappresenta- no una quota ancora bassa della domanda mondiale di energia primaria, che continua a essere soddisfatta per l’81,6% da combustibili fossili.
La CO2 di origine energetica è aumentata di ben il 53,7% dal 1990 al 2013. Con i trend attuali il mondo è su una traiettoria che porterebbe a un aumento compreso fra i 3,7 e i 4,8°C: un cambiamento con impatti sociali, ambientali ed economici drammatici.
Interessanti dati, che il Rapporto mette in luce, riguardano la produttività delle risorse, cioè il valore aggiunto prodotto per unità di materia consumata che cresce in tutto il mon- do, ma meno del Pil: siamo cioè in regime di disaccop- piamento relativo. Il Consumo nazionale di materia (Dmc, risorse interne + importazioni - esportazioni) è invece in disaccoppiamento assoluto in Italia e in Europa.
Infine, viene presentata la sintesi di un rapporto di asses- sment del programma della green growth dell’Ocse che fa un bilancio della penetrazione della green economy nei Paesi sviluppati e aggiorna la “Strategia della green growth” elaborata nel 2011. In particolare pone maggiore enfasi sul rafforzamento della complementarietà e delle in- terrelazioni tra obiettivi economici e ambientali, utilizzando in modo più efficace le analisi costi-benefici e integrando meglio le priorità ambientali nelle scelte strategiche di poli- tica economica. Per avviare una transizione verso la green economy - sottolinea l’Ocse - i governi devono porre le sfide ambientali al centro dell’elaborazione delle politiche economiche. Circa un terzo dei Paesi Ocse e un certo numero di economie collegate hanno adottato il sistema degli indicatori Ocse per valutare e monitorare i progressi verso una green economy.
È possibile scaricare la versione integrale della Relazione sullo stato della green economy cliccando su www.stati- generali.org/documenti/
MERCATO & FINANZA
IL CONSIGLIO NAZIONALE
DELLA GREEN ECONOMY AL LAVORO PER GLI STATI GENERALI 2016
Si terranno a Rimini Fiera nell’ambito di Ecomondo-Key Energy-Cooperambiente gli Stati Generali della Green Economy 2016. Il Consiglio Nazionale della Green Eco- nomy, infatti, sta lavorando in partnership con il Ministero dell’Ambiente e il Ministero dello Sviluppo Economico e con il supporto tecnico della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, alla quinta edizione della due giorni riminese, il momento di dibattito e confronto più atteso dal settore dell’economia verde italiana.
Il Consiglio Nazionale, composto da 64 associazioni di imprese green, rappresenta ormai una realtà solida e au- torevole nei diversi settori della green economy. È strut- turato in 8 Gruppi di Lavoro su 8 settori strategici che coinvolgono quasi 400 esperti in tutta Italia. L’obiettivo è fornire una piattaforma di proposte strategico-program- matiche per lo sviluppo di una green economy come via d’uscita dalla crisi economica e come chiave per il rilan- cio di investimenti e occupazione attraverso un Green New Deal.
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