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I rallentamenti normativi brevemente sopradescritti hanno comportato anche prevedibili e
un’analisi storica e prospettica  no al 2035. Tale costo lamente il periodo 2002-2013 il costo complessivo di
spiacevoli ripercussioni anche nel settore occupazionale, con un calo dei lavoratori del settore dopo
di incentivazione è stato poi confrontato da Elemens con incentivazione ha superato la somma dei bene ci com-
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lavori nei precedenti dieci anni. Nel particolare, analizzando i dati ottenuti da uno studio congiunto
italiano: 1) riduzione del Prezzo Unico Nazionale (PUN), euro, mentre valutando congiuntamente l’analisi storica
in virtù del costo marginale quasi nullo dell’energia eo- e prospettica  no al 2035, anche aggiungendo gli oneri
ANEV UIL sul potenziale occupazionale dell’eolico in Italia, è emerso che negli ultimi 12 mesi si è
lica che gli permette di esercitare sugli esiti del mercato legati alle nuove aste necessarie al raggiungimento dei
registrato un disavanzo di oltre 3.000 nuovi occupati, tra diretti e indiretti, rispetto alle previsioni.
elettrico il cosiddetto merit order effect; 2) gettito  scale, 12.000 MW, i bene ci monetari della fonte eolica supe- dovuto a IMU, ICI, Robin Tax, IRES e IRAP; 3) convenzio- rano i costi di incentivazione di un valore netto compreso
Occorre inoltre sottolineare quanto emerso da uno studio condotto da Elemens sui costi e benefici
ni con i Comuni in linea con quanto stabilito nel Decreto tra 3,16 e 4,28 miliardi di euro. Tutto ciò senza conside-
della fonte eolica in Italia in cui è stato calcolato il costo complessivo di incentivazione includendo
del 10 Settembre 2010, in cui il Ministero dello Sviluppo rare né i bene ci sulla salute e sull’ambiente, dovuti alla
le nuove aste per raggiungere il traguardo dei 12.000 MW al 2020, sulla base di un’analisi storica e
Economico ha approvato le “Linee guida per l’autoriz- riduzione delle emissioni di gas serra e di inquinanti in
prospettica fino al 2035. Tale costo di incentivazione è stato poi confrontato da Elemens con i tre
zazione degli impianti a fonte rinnovabile”, individuando atmosfera, né i bene ci legati all’occupazione diretta e
principali benefici in termini monetari per il sistema italiano: 1) riduzione del Prezzo Unico
come valore massimo delle misure compensative il 3% indiretta nel settore.
Nazionale (PUN), in virtù del costo marginale quasi nullo dell’energia eolica che gli permette di
dei proventi, comprensivi di incentivi, derivanti dalla va- In ultimo, non per importanza, ci troviamo di fronte alla
loersizezracziitoanre sduegll’leinesrgitiai deelelttmricearcparotodoetlteat.trInicboreilvec,odsaidi dettso dmaedreitl roervadmerpienfgfedceti;v2e)ccgheititmitpoiafnitsi.cDalifea,ttdi,oinvuagtogiuan-
IMU, ICI, Robin Tax, IRES e IRAP; 3) convenzioni con i Comuni in linea con quanto stabilito nel
Decreto del 10 Settembre 2010, in cui il Ministero dello Sviluppo Economico ha approvato le
“Linee guida per l’autorizzazione degli impianti a fonte rinnovabile”, individuando come valore
massimo delle misure compensative il 3% dei proventi, comprensivi di incentivi, derivanti dalla
valorizzazione dell’energia elettrica prodotta. In breve, dai risultati dello studio si evince che se
consideriamo solamente il periodo 2002-2013 il costo complessivo di incentivazione ha superato la
somma dei benefici comportando un costo netto di periodo pari a 3,26 miliardi di euro, mentre
valutando congiuntamente l’analisi storica e prospettica fino alIta2li0a3, 5an, alinzzcahnedoangegiubnegnen cdiopegrlil osinsetermi a
legati alle nuove aste necessarie al raggiungimento dei 12.000 MW, i benefici monetari della fonte
eolica superano i costi di incentivazione di un valore netto compreso tra 3,16 e 4,28 miliardi di euro.
Tutto ciò senza considerare né i benefici sulla salute e sull’ambiente, dovuti alla riduzione delle
emissioni di gas serra e di inquinanti in atmosfera, né i benefici legati all’occupazione diretta e
indiretta nel settore.
nuovi siti (green  eld), non venga contempo- raneamente piani cato un programma incisi- vo di ricostruzione dei siti brown eld, spesso tra l’altro caratterizzati da ottime disponibilità di vento.
ta allo sviluppo di nuovi impianti, occorre
necessariamente tutelare quanto è stato
realizzato  nora grazie agli investimenti degli
industriali ed agli impegni dei governi, al  ne
di non perdere la produzione degli impianti
che progressivamente verso il loro  ne vita,
dando particolare attenzione a strategie ad
hoc per il rinnovamento del parco eolico in
paese in termini di ricadute sia economiche
che sull’ambiente e sul territorio. Difatti, gli
obiettivi italiani al 2020 non potranno essere
raggiunti se oltre allo sviluppo di impianti in
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PoliTiche, Programmi, normaTive


































































































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