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PRIMA PAGINA PRIMA PAGINA PRIMA PAGINA PRIMA PAGINA PRIMA PAGINA PRIMA PAGItaglia saranno le tre leve fondamentali per proseguire in questa direzione. Una seconda priorità è quella di indi- rizzare le scelte di produzione e di investimento lungo l’intera  liera verso le tecnologie a più bassa intensità di emissioni. Ciò richiede un ra orzamento dell’Emission Trading Scheme europeo, un meccanismo che ancora risente di evidenti errori allocativi nella fase iniziale del suo sviluppo, ma che rappresenta un modello avanzato e orientato al mercato di valorizzazione delle esternalità ambientali che, non a caso, si sta di ondendo in diver- se altre geogra e dal Nord America al Far East. In ne, va perseguita con decisione l’e cienza energetica negli usi  nali di energia. L’Italia fa parte del plotone dei paesi più virtuosi a livello OCSE, nonostante un tessuto indu- striale con una forte impronta manifatturiera. Ulteriori miglioramenti potranno essere raggiunti attraverso l’au- mento deciso della penetrazione elettrica, in particolare nel settore dei trasporti e della climatizzazione. Si stima che per ridurre dell’80 per cento le emissioni di gas cli- malteranti entro il 2050 la penetrazione elettrica dovrà passare dall’attuale 23 per cento ad oltre il 50 per cento. Tutti i principali scenari sono concordi nell’indicare nello sviluppo del vettore elettrico uno degli strumenti fonda- mentali per rendere più e cienti i consumi energetici: in altre parole, si userà più elettricità per consumare meno energia. Tale evoluzione, oltre a promuovere la decarbo- nizzazione, avrà anche bene ci fondamentali nella ridu- zione dell’inquinamento delle nostre città.Un’importante novità è la fusione fra Assoelettrica e assoRinnovabili. Che ruolo vedete per questa nuova realtà?Credo che la dicotomia fra fonti rinnovabili e fonti fossi- li, fra vecchio e nuovo, sia già da tempo superata nei fatti: nei piani di investimenti dei nostri principali operatori lerinnovabili fanno già da tempo la parte del leone. La con- trapposizione tra FER e fonti fossili è una cosa del passa- to: se delle divergenze esistono, esse riguardano le regole del mercato e le strategie di sviluppo, non le modalità di fare impresa. Le naturali divergenze d’opinione che si possono veri care tra produttori tradizionali e produttori da rinnovabili sono presenti anche all’interno di imprese che operano in entrambi i comparti. Elettricità Futura intende essere uno dei protagonisti dei grandi cambia- menti che ho appena descritto. Quello scenario richiede l’azione di un soggetto capace di proposte di grande re- spiro, capace di assumersi pienamente le responsabilità che gli competono.Alcuni soggetti temono che questo connubio possa ridurre la rappresentatività dei piccoli produttori, al- tri evidenziano le possibili sinergie, di certo mettere insieme tutti i produttori è una novità interessante: come pensate di a rontare il rischio di posizioni con- trapposte su temi caldi?Da una parte c’è la legittima aspettativa, da parte delle piccole imprese, di trovare una appropriata rappresen- tanza nella nuova struttura. Stiamo lavorando insieme per dotarci di una governance adeguata, e sono con- vinto che alla  ne la platea dei nostri associati, grandi multinazionali, medie imprese e piccoli e piccolissimi imprenditori, ri etterà in modo fedele la struttura più genuina del sistema industriale del nostro paese e che la funzione di Elettricità Futura debba essere quella di proporre modelli che funzionino per accompagnare la transizione energetica. Ognuno deve superare le proprie logiche speci che in quanto solo la costruzione di un modello di mercato e ciente, trasparente, stabile ed orientato al futuro potrà garantire investimenti e cresci- ta in questo settore.1/2017 9N


































































































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