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Da un punto di vista giuridico, una delle questioni più impor- tanti e che necessitano di una risposta rapida è come il Regno Unito potrà unirsi all’accordo SEE dal momento che si tratta dell’attuazione più avanzata del diritto dell’Unione Europea. La risposta verrà solo parte dai negoziati Brexit, dopo l’attuazione del famoso articolo 50 del trattato di Lisbona. Infatti, l’esatta natura dell’uscita e le future relazioni “UK-EU” sono ancora da negoziare e si prevede che il Regno Unito cercherà di otte- nere condizioni favorevoli nei nuovi accordi commerciali che forniranno ancora al paese l’accesso al mercato unico, mentre l’Unione Europea potrebbe opporsi ad un tale accordo. Poiché questa è la prima volta che uno Stato membro lascia il “Club dei 28 Paesi”, vi sono molte perplessità signi cative da considerare in termini di procedura e di scadenze. Nel perio- do di transizione e mentre sono ancora in corso i negoziati, lo status giuridico delle relazioni tra l’Unione e il Regno Unito (e tutte le norme e i regolamenti) rimarranno invariati. Ci saranno però alcuni cambiamenti di natura politica: il Regno Unito non parteciperà ai prossimi Consigli Europei e Consigli dei ministri. Nel breve termine, l’incertezza sarà la caratteristica distintiva degli impatti diretti e indiretti che tutto questo avrà sui mercati energetici. Tuttavia, è possibile iniziare a delineare alcuni degli effetti sul sistema energetico.L’impatto della Brexit sui mercati dell’energiaPer quanto riguarda l’impatto diretto, come evidenziato alla reazione immediata al voto della Brexit, e dal momento che lo status quo rimarrà al suo posto sul fronte normativo e com- merciale, l’impatto diretto sui mercati energetici nel breve ter- mine sarà presumibilmente “..limitato alla volatilità dei prezzi delle materie prime, e si evidenzierà maggiormente sul prezzo del greggio”.L’impatto indiretto sui mercati energetici è forse quello più signi cativo nel breve e medio termine rispetto all’effetto che l’impatto diretto, moderato attraverso le conseguenze del refe- rendum britannico, avrà sulla crescita economica globale. Un esempio di impatto indiretto è il costo di accesso al credito. Il premio di rischio sugli investimenti probabilmente aumenterà, sia nel Regno Unito che altrove, ma gli investitori rimarranno avversi al rischio  no a quando l’effetto a lungo termine sarà più prevedibile, e questo probabilmente irrigidirà gli investimen- ti e ridurrà il  usso di capitale ancora di più sui mercati globali. Esiste anche la possibilità che, conseguentemente alla Brexit, vi sia un impatto piuttosto incerto sui mercati dell’energia. Andando avanti, gran parte dell’impatto sui mercati dell’ener- gia sarà determinato dai futuri contorni che assumerà il rappor- to del Regno Unito con l’Unione Europea e ancora di più sulla con gurazione che avrà l’Unione Europea stessa, caratteristi- che che saranno determinate nei prossimi mesi da una com- plessa rete di fattori politici e tecnici. Ci sono tre aree principali di incertezza, quando si parla di impatto della Brexit sulla poli- tica energetica e climatica, che saranno in uenzate da questi accordi: il futuro delle politiche sul clima, il futuro dell’accesso britannico al mercato UE, e ulteriori potenziali uscite dall’UE. Queste aree sono di gran lunga più signi cative per i mercati e la politica dell’energia; tuttavia esse non rappresentano affatto le uniche aree di incertezza.Politica climatica e accordi multilateraliQuando si parla di politica climatica multilaterale, il Regno Unito – secondo più grande produttore di CO2 dell’Unione Europea – ha sempre partecipato ai negoziati sul clima delle Nazioni Unite ed avuto una parte predominante nel blocco UE. Il suo impe- gno sul clima al recente trattato di Parigi è stato fondamenta- le dell’impegno europeo. Resta da vedere che cosa accadrà all’obiettivo UE senza il Regno Unito: presumibilmente esso do-vrà essere ripresentato, e qualora dovesse essere ripresentato dovrà essere più o meno rigoroso. Inoltre, se l’UE si impegnerà nuovamente sul clima, le caratteristiche e la portata di tale impe- gno rimangono da de nire. Ad ogni modo il Regno Unito inten- de, con una legge nazionale, ridurre le emissioni entro il 2030. Il più grande negoziato dell’UE sul clima andrà avanti e potrà anche cambiare. Al Regno Unito è spesso attribuito il merito sia di spingere per obiettivi climatici più rigorosi sia di adottare una forma di mitigazione basata su criteri di mercato (piuttosto che de nire una visione completa degli obiettivi). Rimane da vedere come l’approccio europeo ai negoziati sul clima possa cambiare senza la presenza degli inglesi.Accesso al mercato UE: il quadro riassuntivoNel caso venisse approvata una Brexit anche per il mercato dell’energia, l’insieme delle future relazioni economiche “EU- UK” (così come il futuro politico del Regno Unito stesso), sarà determinante. Ci sono, in sostanza, cinque possibilità: 1) lo status quo - il Regno Unito non lascia l’Unione europea e rima- ne parte del mercato comunitario; 2) il Regno Unito lascia l’U- nione, ma mantiene il pieno accesso al mercato unico dell’UE (il modello Norvegia); 3) il Regno Unito negozia un accesso limitato, ma signi cativo per il mercato comunitario su base bi- laterale (modello svizzero); 4) il Regno Unito non ha accesso al mercato comunitario, ma negozia un accordo separato di libe- ro scambio con l’Unione (il modello Canada); 5) il Regno Unito e l’Unione Europea non sono in grado di negoziare condizioni commerciali preferenziali e l’accesso al mercato comunitario sarebbe come subordinato alle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio.Accesso ai mercati dell’energia dell’UEAnche se economicamente avrebbe senso per il Regno Unito continuare a far parte dei mercati europei per l’energia elettrica e per il gas naturale (50% del gas importato dal Regno Unito passa attraverso l’Unione), la sua permanenza resta da ne- goziare. Ciò che è meno chiaro, tuttavia, è se il Regno Unito abbandonerà alcune speci che misure europee, quali gli obiet- tivi di energia rinnovabile e la direttiva sulle emissioni industriali d’Europa, che controlla le emissioni delle centrali elettriche. Il cambiamento normativo che potrebbe essere signi cativo per lo sviluppo del mercato dell’energia nel Regno Unito, con i regolamenti per l’energia attualmente  ssati dall’Unione Euro- pea, sarà al centro di futuri negoziati.Inoltre lo status di accesso al mercato comunitario in uenze- rebbe la decisione che il Regno Unito continui a partecipare al sistema di gestione delle emissioni dell’Unione Europea che regola le emissioni di gas a effetto serra.In ne, le conseguenze sul mercato dell’energia possono esse- re determinati per il futuro dell’Unione europea stessa. Il voto popolare britannico che ha stabilito di lasciare l’Unione rischia di spingere altre forze anti-UE in altri paesi europei a promuo- vere simili referendum. Se l’Unione si dovesse spezzare – mar- ginalmente in maniera più sostanziale, o sciogliere – le conse- guenze per i mercati energetici potrebbero essere profonde. Non è chiaro come l’esito del referendum possa interessare la frammentazione politica di tutta l’Unione Europea. Un certo numero di paesi, tra cui la Polonia e l’Ungheria, hanno governi euroscettici in carica, mentre molti altri Stati membri hanno una crescente schiera di partiti di opposizione ai governi attuali che condividono una visione scettica dell’Unione europea come istituzione. Se ci fossero altri referendum o movimenti pro usci- ta in questi Stati Membri, è probabile che ci saranno diverse ripercussioni sulla crescita economica globale e la  ducia nei mercati in generale e potrebbero aversi gravi effetti sui mercati dell’energia.PoliTiche, Programmi, normaTive1/2017 37


































































































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