Page 37 - Gestione Energia
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e servizi verso le nuove richieste di
mercato.
• Contrasto alla fuel poverty: specie in
una fase di crisi l’efficienza energeti- ca è fondamentale per garantire un comfort abitativo a tutte le fasce di popolazione.
• Salute: minore consumo energetico significa minori emissioni e dunque minori costi sanitari e minori rischi di vertenze su questi temi.
• Occupazione: l’efficienza energetica richiede il coinvolgimento di diverse figure, sia internamente all’organizza- zione, sia per l’offerta di tecnologie e servizi. Confindustria nel 2013 stima- va in 700.000 gli occupati connessi alla green economy, su 150.000 im- prese coinvolte, per il solo comparto industriale.
• Inquinamento locale: molte soluzioni di efficientamento si accompagnano a un minore impatto locale (emissio- ni nocive, composti organici volatili, inquinamento termico, etc.), contri- buendo a migliorare le performance aziendali anche riducendo l’impatto sul personale e sul circondario.
• Gestione delle risorse: l’attenzione all’efficienza energetica si accompa- gna a benefici sulle risorse impiegate (acqua, materiali e semilavorati, rifiuti e scarti, etc.).
• Spesa pubblica: come riconosciuto all’interno dei vari provvedimenti con- nessi alla revisione della spesa pub- blica l’efficienza è un’importante leva per ridurre l’indebitamento pubblico liberando risorse per altre attività. Il modello delle ESCO con contratti a garanzia dei risultati e finanziamento tramite terzi consente di intervenire anche in casi di carenza di fondi di- sponibili per investire in prima perso- na.
• Risorse disponibili: il risparmio eco- nomico collegato all’efficienza, in- sieme alla mitigazione della volatilità dei prezzi energetici (per interventi di efficientamento consistenti), mette a disposizione risorse per altre attività aziendali connesse al core business.
• Valore delle attività: l’efficienza ener- getica consente di avere effetti posi- tivi sul valore degli asset sia in termini di valorizzazione sul mercato del pa-
trimonio immobiliare (un elemento in costante crescita), sia in termini di of- ferta sul mercato di prodotti e servizi in linea con le richieste in aumento della green economy e delle smart cities.
Si ritiene importante analizzare queste voci, perché un bravo venditore di so- luzioni di efficientamento energetico sa fare leva sui benefici legati al core bu- siness e più facili da comprendere per i decisori aziendali.
Come dire che il pay-back time di mol- ti interventi di efficientamento potrebbe dimezzarsi tenendo conto di tutti i bene- fici economici conseguiti, e non solo dei kWh risparmiati. Un elemento che do- vrebbe far meditare sia l’offerta, che la domanda di prodotti e servizi energetici.
Energia in, inside and out
Il tema precedente è strettamente con- nesso con l’approccio all’uso efficiente delle risorse su cui punta molto l’Euro- pa. L’assunto di base è che la forte rela- zione fra energia, acqua, materiali e rifiuti consente di ottenere effetti moltiplicativi strategici. Inoltre stimola a riconsiderare la produzione industriale con impatti po- tenziali rilevanti sulla competitività.
I leader mondiali in qualunque comparto hanno compreso da anni che per potere garantire margini e successo alla propria attività è essenziale progettare prodotti che abbiano un basso impatto energe- tico e ambientale. Non basta essere ef- ficienti nell’uso dell’energia nell’azienda (eliminazione degli sprechi, uso di tec- nologie più efficienti e ricorso alle fonti rinnovabili), ma occorre rivedere le attivi- tà di progettazione, i materiali impiegati, gli usi dei prodotti realizzati dall’azienda. Questo consente di sfruttare al meglio le opportunità, come dimostra l’espe- rienza irlandese, che di recente ha visto l’emanazione di una norma nazionale sull’Energy Efficiency Design Manage- ment system, proprio per supportare le aziende in questa transizione.
Approcci all’energy management
Tutto questo può anche essere visto in termini di evoluzione dell’approccio all’e- nergy management in azienda. I continui programmi di informazione, uniti all’au- mento del costo dell’energia e alla crisi,
hanno avviato fra imprenditori e decisori aziendali la diffusione della sensazione che si possa fare qualcosa.
Per poter ottenere risultati consistenti è però necessario investire qualcosa in diagnosi energetiche (del resto un ob- bligo del D.Lgs. 102/2014 per grandi imprese ed energivori) o, meglio ancora, in sistemi di monitoraggio. Più che di un costo si tratta di una grande opportu- nità. Non conosciamo imprese che non abbiano recuperato in tempi molto ra- pidi l’investimento in questi sistemi già solo con l’eliminazione degli sprechi che essi consentono di evidenziare. Inoltre tali sistemi sono essenziali per l’accesso a incentivi quali i certificati bianchi e per attivare il modello ESCO con garanzia dei risultati e finanziamento tramite terzi. Il passo successivo consiste nel dotar- si di un sistema di gestione dell’energia ISO 50001. L’SGE incorpora il punto precedente e inserisce l’energy mana- ger all’interno di una politica energetica aziendale strutturata, basata su un’otti- ca di miglioramento continuo. I risultati dell’esperienza irlandese parlano da soli, e una conferma viene anche da un’in- dagine condotta da FIRE a inizio anno e disponibile fra le tesi di laurea nel sito www.fire-italia.org.
Un numero crescente di imprese leader ha compreso l’evoluzione seguente, ossia l’integrazione del tema efficienza energetica con il core business, basa- ta sull’approccio olistico prima descritto e su una gestione efficiente di tutte le risorse.
Alcuni, infine, sono già entrati nella ma- turità, che vede il ciclo integrato del pro- dotto e del design, ponendo insieme esigenze ed evoluzioni del mercato con la progettazione e la produzione.
Salire la scala richiede fatica e un oriz- zonte di medio-lungo periodo, ma as- sicura risultati e competitività. L’ener- gy management va visto sempre più in un’ottica correlata al core business aziendale, sia evidenziano gli aspetti non energetici dell’efficientamento energeti- co, sia considerando un uso ottimale di tutte le risorse utilizzate nella produzione di beni e servizi, sia infine per ripensare il modo in cui si progetta e si produce, ottenendo miglioramenti per le singole imprese e per la collettività.
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L’OSSERVATORIO


































































































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