Page 18 - Gestione Energia
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esercizio (avviamenti, arresti, variazioni di ca- rico), il che induce ad un frequente ricorso alla dissipazione.
Una considerazione a
parte meritano i cicli
combinati gas-vapore.
In questo caso è massi-
mo il divario fra stima per
difetto del PTOH e stima
per eccesso: chiaro in-
dizio di scarsa attitudine
al funzionamento in re-
gime variabile, e dunque
di massiccio impiego di
dissipatori. Conferma
di ciò si trova nei valori
di rendimento elettrico,
che si riducono dra-
sticamente passando
dall’una all’altra stima.
Gli alti rendimenti elet-
trici richiedono, insomma, un regime di funzionamento regolare e costante, che non può ottenersi se non dis- sipando calore: così facendo, però, si penalizza il rendi- mento globale, che risulta infatti modesto.
Dati di esercizio 2011-2012: campione ampliato
L’analisi del campione ampliato offre indicazioni coerenti con quanto abbiamo già esposto.
Il MCI si conferma in grado di raggiungere ottimi valori di PTOH e di rendimento elettrico. Meno buono (ma pur sempre...dignitoso) il rendimento totale.
Complementari a quelle dei motori sono le prestazioni del- le turbine a gas: ad un ottimo rendimento totale corrispon- dono un rendimento elettrico ed un PTOH più modesti.
Tabella 2. Valori di esercizio relativi al campione ampliato (in grassetto corsivo: valori calcolati su un sottoinsieme, per maggiore accuratezza)
Alle unità con ciclo combinato, infine, abbiamo già fatto cenno: appare questa la tecnologia più efficiente quanto al rendimento elettrico ed al PTOH. Meno brillante, inve- ce, sul rendimento totale e sul fattore di carico.
Va ricordato che si tratta spesso di impianti di grande potenza, obbligati a modulare la produzione elettrica in funzione delle esigenze della rete. Il basso fattore di cari- co può spiegarsi così.
Occorre d’altra parte evitare che tale modulazione in- fluisca sulla produzione di calore: occorre cioè rendere indipendenti le due produzioni. Per ottenere ciò, eviden- temente, si ricorre spesso a dissipatori, accettando una perdita di rendimento.
La turbina a vapore ha, in generale, prestazioni poco soddisfacenti. Il rendimento elettrico è modesto, e così pure il PTOH. Ciò si spiega considerando che proprio questa tecnologia si presta alla tecnica, poco efficiente, degli spillamenti di vapore: la sottrazione di vapore duran- te l’espansione fa diminuire la produzione elettrica, e con essa il PTOH e le ore (equivalenti) di funzionamento. La macchina finisce per funzionare in condizioni lontane da quelle nominali, con conseguente perdita di rendimento.
Conclusioni
Il MCI si rivela, nel complesso, la tecnologia più adatta all’impiego in CAR.: esso è infatti in grado di seguire le variazioni del carico termico pur mantenendo, in genera- le, elevati valori di PTOH e buoni rendimenti. Alle piccole potenze, le prestazioni migliori tendono a spostarsi dal rendimento elettrico a quello totale.
Un poco meno buono il comportamento delle turbine a gas, che “soffrono” di più il funzionamento variabile e rag- giungono valori inferiori di rendimento elettrico e di PTOH. Parzialmente soddisfacenti gli impianti a ciclo combinato gas-vapore, che forniscono buoni rendimenti soltanto a condizione di non subire frequenti variazioni di esercizio. Mediocri, infine, le prestazioni degli impianti a vapore, ca- ratterizzati da rendimenti e PTOH bassi, e poco adatti al funzionamento a carico variabile.
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