Page 38 - Gestione Energia
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co”, “gestore del sistema di trasmissione” e “aggrega-
tore”;
– non è stata recepita la disposizione per stabilire con-
dizioni adeguate affinché gli operatori del mercato forniscano ai consumatori di energia informazioni adeguate e mirate, nonchè consulenza in materia di efficienza energetica;
– non sono state recepite le disposizioni relative al cor- retto funzionamento del mercato dei servizi energe- tici e quelle relative alla promozione del mercato dei servizi energetici e all’accesso delle piccole e medie imprese (PMI) a tale mercato.
– mancano le disposizioni necessarie per agevolare l’i- stituzione di strumenti finanziari, o il ricorso a quelli esistenti, per misure di miglioramento dell’efficienza energetica volte a massimizzare i vantaggi di molteplici canali di finanziamento;
– non sono stati adottati i metodi e i principi utili a ga- rantire la trasparenza per il calcolo dei risparmi energetici conseguiti dal sistema Paese e a evitare un doppio conteggio dei risparmi realizzati, nei casi in cui l’impatto delle misure politiche si sovrapponga a quello delle misure individuali;
– non sono state adottate misure adeguate per garanti- re che, qualora sia tecnicamente ed economicamente fattibile rispetto alla modalità di funzionamento degli impianti di cogenerazione ad alto rendimento, i ge- stori della cogenerazione ad alto rendimento possano offrire servizi di bilanciamento e altri servizi operativi a livello di gestori dei sistemi di trasmissione o dei sistemi di distribuzione dell’energia elettrica.
Nel caso della cogenerazione ad alto rendimento (CAR), la lettera del Commissario europeo asserisce che l’Italia non ha recepito neanche le disposizioni relative alla prio- rità di dispacciamento. Ricordiamo che, invece, l’art. 11, comma 4 del Dlgs 79/99 dispone che all’energia elettri- ca prodotta da impianti cogenerativi ad alto rendimento deve essere garantita l’immissione in rete prima delle al- tre fonti energetiche (e subito dopo le rinnovabili).
Grafico 2. Riduzione dei consumi di riscaldamento nell’edilizia, nell’ipotesi della prosecuzione dell’incentivo delle detrazioni fiscali e in due scenari basati su progressivo spostamento verso la riqualificazione spinta degli edifici. Fonte: La (prossima) rivoluzione energetica nell’edilizia di Gianni Silvestrini, in Ambiente Italia 2015. Gli indicatori per capire l’Italia. Analisi e idee per uscire dalla crisi, AA.VV., Edizioni Ambiente, 2015.
Incompletezza formale o sostanziale?
In un’intervista a qualenergia.it, Mauro Mallone – dirigen- te della Divisione efficienza energetica presso il Ministero dello Sviluppo economico – ha dichiarato che “le osser- vazioni della Commissione Ue sono perlopiù di carattere formale e non intaccano gli aspetti fondamentali della di- rettiva, che sono stati tutti accolti”3.
Dello stesso parere è il Governo che, nel Consiglio dei Ministri dell’11 giugno 2015, ha approvato un decreto legislativo finalizzato a sanare tutti i rilievi evidenziati dal- la Commissione europea nella procedura di infrazione n. 2014/2284 in materia di efficienza energetica.
Al momento della redazione del presente articolo, i con- tenuti del decreto non sono ancora noti, ma il Governo ha tenuto a precisare che “quasi tutte le norme introdot- te dal provvedimento sono meramente ordinamentali, come l’introduzione di alcune definizioni, o procedurali”. Ma le problematiche legate al recepimento della direttiva si fermano davvero solo a un’incompletezza di tipo for- male? Per alcuni operatori la questione è più di natura sostanziale: ciò che è mancato nel recepimento di que- sta direttiva è stata una visione strategica complessiva e di lungo periodo, anche in vista dello scenario europeo che prevede una riduzione dell’80% delle emissioni di anidride carbonica entro il 2050.
Prendendo ad esempio il comparto edilizio, l’obbligo del 3% di riqualificazione degli edifici della Pubblica Ammi- nistrazione centrale previsto dalla direttiva, “è stato in- terpretato – ha dichiarato Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club, presidente del Green Building Council Italia e del coordinamento FREE – in maniera molto riduttiva: per il 98% degli interventi non è prevista una deep renovation (interventi di efficientamento che migliorino la prestazione energetica dell’edificio nel suo complesso, ndr). Si rischia così di non utilizzare gli inter- venti pubblici come traino e ‘faro’ per smuovere l’intero settore”4.
Nel grafico 2 che segue, l’Ingegner Silvestrini mostra, in- vece, quanto consistenti possano essere i risparmi ener- getici connessi a due scenari di progressiva affermazione della deep renovation, in relazione a quelli ottenibili solo con le detrazioni fiscali del 65%, anche se il Governo de- cidesse di renderle stabili nel tempo.
“Occorre, quindi, – continua Silvestrini – porsi il problema di come accelerare la riqualificazione spinta di edifici e quartieri. Le direttive europee possono aiutare in questo passaggio, ma occorrerà un notevole sforzo organizza- tivo, finanziario e di innovazione tecnologica. Il nostro comparto delle costruzioni dovrà rimettersi in discus- sione, per superare la profonda crisi in cui versa e per rilanciarsi su nuove basi. E lo stimolo ad un ripensamento potrà venire dalla definizione di forti indicazioni da parte delle autorità regionali e nazionali sulle priorità della riqua- lificazione”5.
Analoghi ragionamenti si potrebbero fare anche per il set- tore industriale e dei trasporti.
Le barriere finanziarie
Tuttavia, in chiusura, ci preme porre l’attenzione su un aspetto sui cui si è soffermato anche il Commissario Ue, a nostro parere molto sostanziale e poco formale, e che riguarda tutti i settori interessati: l’adozione di disposizioni
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POLITICHE, PROGRAMMI, NORMATIVE


































































































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