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di Micaela Ancora
Intervista a Nino Di Franco
Unità Tecnica Efficienza Energetica - Enea
Ing. Di Franco può tracciare una valutazione della si- tuazione relativa all’obbligo delle diagnosi a due mesi dalla scadenza dell’obbligo? Quante ne sono pervenu- te e da che aziende?
I risultati sono stati senz’altro molto incoraggianti in termini di sensibilità e di tasso di risposta da parte dei soggetti obbligati. Sono complessivamente pervenute sul portale ENEA circa 14.000 diagnosi che hanno coinvol- to più di 7000 imprese. Le imprese ‘grandi’ per numero di dipendenti, fatturato o bilancio sono state 4680, men- tre le ‘energivore’ 2442. Tale ultimo numero rappresenta l’83% delle ‘energivore’ obbligate.
Quale settore ha risposto maggiormente?
Dobbiamo distinguere per ‘partita IVA’ o per siti produt- tivi (potendo una singola partita IVA inviare più diagnosi in funzione degli stabilimenti controllati). Sul numero di imprese rispondenti all’obbligo, il 63% appartiene al comparto industriale, il 28% al terziario, il 9% al prima- rio (agricoltura, pesca, allevamento, attività minerarie). Se ci concentriamo sui siti, il 51% appartiene al compar- to terziario (si pensi al numero di filiali delle banche, o al numero di supermercati), il 48% all’industria e l’1% al settore primario. Le imprese più presenti appartengo- no ai settori plastica e gomma, alimentare e metallurgia, mentre per numero di siti diagnosticati l’8% appartiene al commercio al dettaglio, il 6% a plastica e gomma, il 6% all’alimentare.
Quali sono le fasi successive previste e a cui l’ENEA deve ottemperare?
ENEA adesso effettuerà delle elaborazioni di dettaglio della propria banca dati, e su mandato del MiSE veri- ficherà la rispondenza delle diagnosi ai requisiti minimi dell’Allegato II al DLgs 102/14. Produrrà di seguito un rapporto complessivo sui risultati della campagna.
Rispetto agli altri Paesi Europei ritiene che tali risul- tati portano l’Italia in una posizione lodevole o no? L’Italia, contrariamente ad altri Paesi, ha chiesto l’invio del rapporto di diagnosi per costruire un quadro com- plessivo sullo stato di attuazione di misure di efficienza energetica nel settore degli usi finali. Ciò sarà di grande aiuto nell’individuare quelle aree meritevoli di maggiori attenzioni ai fini di una più profonda penetrazione delle tecnologie efficienti, magari indirizzando in misura mira- ta eventuali incentivazioni.
Ha altre osservazioni conclusive?
Lo sforzo che è stato chiesto alle imprese obbligate sarà sicuramente ricompensato a seguito dell’individuazione di opportunità di efficientamento presso i siti produtti- vi coinvolti dall’attività diagnostica, sperando con ciò di innescare una spirale virtuosa che coinvolga tutta la filie- ra energetica, dai produttori di tecnologie efficienti, alle Esco, a distributori di elettricità e gas, agli utenti finali, alle istituzioni.
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gestione energia
Diagnosi energetiche: un primo resoconto dei risultati dopo due mesi dall’obbligo


































































































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