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Rapporto FIRE sugli energy manager 2016
Cresce l’attenzione delle imprese e degli enti verso l’efficienza energetica, si rafforza il ruolo degli energy manager soprattutto nell’industria, ma la P.A. è ancora in coda
Finalmente cresce il ruolo degli Ener- gy manager (EM), i soggetti nominati sono maggiormente sensibilizzati sui temi relativi all’efficienza energe- tica, anche se la P.A. rimane deci- samente indietro. È quanto emerso dal Rapporto 2016 sugli Energy manager, presentato nella sala del Parlamentino presso il Ministero del- lo Sviluppo Economico.
Alcuni dati emersi dalla giornata. Nel 2015 i soggetti obbligati che hanno nominato sono stati 1.507 mentre sono 725 le nomine volontarie. Ri- spetto all’anno precedente le no- mine sono aumentate del 2,2%. Ci sono ancora molte indempienze (la P.A. presenta tassi di inosservanza nell’ordine del 70-90%, in peggio- ramento). Al contrario nel settore industriale, in particolare nei settori energivori, la copertura dei consumi energetici coperti da energy mana- ger risulta molto elevata.
Su circa 330 aziende certificate ISO 50001, 115 hanno un energy ma- nager nominato; tale percentuale è in crescita ed è un ottimo segnale, in quanto il sistema di gestione ga- rantisce un coinvolgimento di tutti i livelli aziendali, e dunque un’azione più efficace. Per ciò che riguarda il rapporto tra EM e certificati bian- chi, la percentuale dei soggetti attivi direttamente è cresciuta nel tempo, pur rimanendo inferiore al 10% per i soggetti obbligati ed al 20% per quelli volontari. I certificati bianchi sono risultati lo schema di supporto più usato dalle imprese, anche se in genere non è il fatto- re fondamentale nella scelta di in- vestimento. Sono anche emerse alcune problematiche e porposte, temi che saranno affrontati il 12 aprile a Roma nell’appuntamento annuale FIRE con la conferenza Certificati bianchi – titoli di efficien- za energetica a portata di mano.
C’è da mettere in rilievo anche un altro dato: su 1.963 energy mana- ger nominati, 171 hanno conseguito la certificazione EGE, sicuramente basso rispetto alle aspettative.
La FIRE ha realizzato un’indagine a corredo dei dati forniti nell’ambito della nomina annuale degli energy manager, che ha consentito di evi- denziare alcuni elementi da migliora- re (disponibilità di dati, committment dell’alta direzione, diffusione dei contratti EPC nella P.A., etc.) e ele- menti di attenzione, come la forma- zione la cui prima voce risulta legata all’aggiornamento legislativo, rap- presentativo di un Paese bloccato da un eccesso di leggi. Dall’indagi- ne è emersa anche la problematica relativa alla comunicazione interna, che impatta sul ruolo del’EM, non- chè la mancanza spesso di obiettivi interni e di budget (quindi scarsa au- tonomia e commitment aziendale). Mauro Mallone (MSE) aprendo i la- vori ha sottolineato che «Intento del- lo Sviluppo Economico è continuare a valorizzare la figura dell’energy manager ritenuta importante e fon- damentale nel contesto energetico». Da parte sua FIRE svolge, oltre alla gestione delle nomine con uno sportello dedicato a supporto degli energy manager, altre attività tra cui anche la partecipazione a progetti europei come ENSPOL, EU-MERCI, WHAVES, nonchè l’Osservatorio degli Energy manager, una nuova iniziativa lanciata nel 2016 in sinergia con il MiSE.
Dario Di Santo, direttore FIRE, ha concluso mettendo in evidenza le prossime attività FIRE «Ci muovere- mo in futuro per supportare la P.A. sulla nomina dell’energy manager e sulla facilitazione degli interventi di efficientamento energetico». Ha continuato dicendo «Efficienza ener- getica e core business devono es-
sere meglio collegate, coniugando l’Accordo di Parigi con la competi- tività, come già fatto da alcuni bu- siness leader. Come farlo sarà uno dei temi affrontati nell’Osservatorio.» Hanno preso parte alla giornata come stakeholder: CONFINDU- STRIA (Andrea Andreuzzi), ENEA (Nino Di Franco), GSE (Luca Ventori- no), ASSOEGE (Luca Bertoni).
È emerso dai loro interventi che non c’è una uniformità del profilo della fi- gura dell’Energy manager, che può provenire da diverse realtà (contabi- lità, ufficio tecnico, dirigenza, ecc.), a cui vengono delegati dei compiti. Accade quindi che ci troviamo di fronte ad una figura di passaggio che ha ruoli e compiti ben definiti e poi svolge anche il ruolo di energy manager. In realtà la figura dovrebbe lavorare fianco a fianco alla dirigen- za, essere una figura consolidata che propone e porta avanti attivi- tà legate all’energy management (come avviene nelle realtà di medio grande dimensione).
Altro punto affrontato riguarda gli incentivi, che dovrebbero essere quella spinta per il decisore ad an- dare avanti e rischiare l’investimento nell’ottica del miglioramente dell’effi- cienza, applicando ovviamente un’a- nalisi dei costi/benifici degli interventi pensati. In questo senso il GSE sta mettendo in atto dei meccanismi di trasparenza e di comunicazione con gli operatori, che si auspica possano migliorare l’accesso allo schema. L’EGE certificato, infine, grazie alle competenze e alle professionalità specifiche, può offrire una marcia in più ad aziende ed enti, aiutandole a individuare e realizzare interventi di efficientamento energetico.
Scarica il Rapporto FIRE 2016 sugli Energy manager su: www.fire-italia.org
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